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Sono ormai trascorsi nove mesi dalla sentenza del Consiglio di Stato che di fatto imponeva all’Amministrazione Comunale di Pisticci, l’immediato rimborso delle somme indebitamente percepite in merito alla tassa sui rifiuti per l’anno 2017.
Malgrado le numerose domande presentate dai cittadini, ancora nessuna notizia trapela sulla volontà dell’Ente di onorare le sentenze avverse nei vari gradi di giudizio.
Si elude persino il Decreto Rimborsi del 24/02/2016 e la successiva Circolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 14/04/2016, con cui si chiarisce che:
-Il Comune ha l’obbligo di provvedere al rimborso entro il termine previsto dall’art 1 comma 164 della legge 296/2006, vale a dire “entro 180 giorni”.
In un periodo di grande difficoltà per le famiglie e per le imprese, ci si poteva aspettare un impegno a reperire delle somme che servissero a ridurre le tasse, come stanno facendo tanti Comuni d’Italia.
L’Amministrazione pentastellata pisticcese invece, non solo non fa nulla in tal senso, se non un articolo di solidarietà ai commercianti e alle imprese, ma addirittura non provvede a rimborsare nemmeno le somme che indebitamente ha trattenuto.
In più, in questo periodo, le famiglie pisticcesi sono destinatarie degli avvisi di pagamento della TARI 2020 (una ulteriore stangata!) senza alcun cenno ad eventuali rimborsi o scomputi.
Se non si ha ormai il tempo per uscire di scena onorando gli impegni presi con la comunità, almeno si rispettino le sentenze e si salvi la propria onorabilità.
Non si costringa la comunità ad ulteriori azioni legali che potrebbero prefigurare ben più seri problemi.
E’ già stato sancito che sono soldi dei cittadini, perché continuare a negare un diritto acquisito?
Rocco Caramuscio
Italia in Comune Basilicata