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"È necessario convocare immediatamente un tavolo regionale per tutelare i circa 40 lavoratori dipendenti della Coopbox di Ferrandina la cui proprietà ha annunciato la chiusura dello stabilimento".
Lo dichiara il segretario della Cgil Basilicata, Angelo Summa. "Il gruppo Happy di Cremona che da inizio dicembre 2021 ha acquisito la proprietà della Coopbox ha evidenziato la volontà di spostare la produzione negli altri stabilimenti acquisiti nel nord. Chiediamo alla Regione Basilicata - prosegue Summa - di convocare l’azienda per promuovere un piano di rilancio delle attività in Basilicata promuovendo le professionalità e le competenze dei circa 40 lavoratori dello stabilimento che da oltre 20 anni svolgono con impegno e professionalità la loro attività lavorativa e che in pieno lockdown, nel 2021, hanno contribuito ad incrementare notevolmente il fatturato dell'impresa con la produzione dei packaging. Un'impresa che sicuramente non è in crisi - conclude Summa - a cui bisogna evidenziare le opportunità di investimenti nella nostra regione. Occorre stimolare e rilanciare gli investimenti del gruppo in Basilicata, promuovendo un pacchetto integrato di agevolazioni in grado di promuovere l'attrattività di investimenti".
Un tavolo regionale per la difesa dei posti di lavoro e la continuità produttiva della Coopbox. A chiederlo sono il segretario generale della Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo, e il segretario generale della Femca Cisl Basilicata, Francesco Carella, che hanno già avviato un’interlocuzione in tal senso con l’assessore regionale Cupparo. “Non vogliamo parlare di chiusura perché non ci sono i presupposti economici e industriali per giustificare la chiusura di una fabbrica che è fiore all’occhiello del packaging alimentare a livello nazionale e non solo con un’esperienza di oltre quarant’anni. Le ragioni addotte dalla direzione aziendale sono inconsistenti e suonano pretestuose, pertanto percorreremo ogni strada per difendere i posti di lavoro e non disperdere questo patrimonio industriale. La verità è che la Coopbox di Ferrandina è un’azienda che ha mercato e che nei mesi più duri della pandemia ha dovuto incrementare la forza lavoro con assunzioni a tempo determinato per fare fronte alla domanda di mercato. Non è accettabile che si scarichino sulle spalle di 40 lavoratori e delle loro famiglie strategie che hanno ben poco di industriale. La Regione convochi subito un tavolo di confronto per evitare che si consumi l’ennesimo atto di spoliazione ai danni della Valbasento e per mettere in campo misure di politica industriale orientate all’innovazione tecnologica, a partire da un progetto di filiera sui nuovi materiali”.