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Riceviamo e pubblichiamo, nota stampa del dott. Pierpaolo Capece, titolare nonché responsabile dello “Studio analisi chimiche e ambientali Capece”.
Nel 1963, Piero Focaccia, cantava “stessa spiaggia, stesso mare”, all’epoca canzone molto in voga, parole e strofe al contrario molto attuali quando si parla di affidamenti diretti con riferimento alla locale amministrazione comunale di Pisticci.
Il riferimento specifico è alla recente determina del Comune di Pisticci, sotto allegata, che lascia tutti noi del settore, alquanto spiazzati ed indignati.
Un affidamento diretto, seppur legale, per l'importo di 21.838,00 euro avente ad oggetto il monitoraggio del fiume Basento dato, secondo il testo, in regime di libera concorrenza, sul quale sono necessarie alcune precisazioni.
Nel territorio del comune di Pisticci esistono ben tre laboratori chimici e precisamente:
I laboratori di cui al punto 2 e 3, non sono stati neanche contattati per il recepimento di un preventivo e neanche è stata indetta una manifestazione d’interesse.
Non è stato pubblicato alcun progetto dettagliato di monitoraggio ambientale, né tantomeno si comprende la traccia della ricerca.
Ma vi è un dato oggettivo, ossia sempre il medesimo laboratorio è stato scelto dalla giunta Albano, lo stesso che ha svolto le analisi anche sotto la giunta Di Trani, sempre e costantemente il solito interlocutore.
Ora mi chiedo, ma dove sono i principi di lealtà, trasparenza e rispetto tanto declamati da tutti? Dov’è “la rotazione” a cui ci si deve attenere per l’offerta di questi servizi?
Questo modo di fare è ormai diventato una prassi consolidata nel tempo che l’imprenditore medio restituisce al mittente invitando chi di dovere a fare le giuste riflessioni e compiere un giro di boa nel rispetto dei principi di uguaglianza e libero mercato, premiando altresì le aziende (nella loro interezza) che investono nel territorio e sono veicolo di economia per i relativi residenti.
Ai funerali del Dr. Giovanni Falcone, Paolo Borsellino recitava:
“Sono morti per noi e abbiamo un grosso debito verso di loro; questo debito dobbiamo pagarlo gioiosamente, rifiutando dal sistema mafioso anche i benefici che possiamo trarne, anche gli aiuti le raccomandazioni, i posti di lavoro, facendo il nostro dovere. La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.
Ovviamente si precisa che quanto innanzi è un mero richiamo ad esperienze che hanno caratterizzato storia del nostro paese e che alcun riferimento specifico al caso che ci occupa, possono e devono sottintendersi.
Noi non condividiamo questo ennesimo affidamento fatto senza interlocuzione, senza partecipazione e senza alcun rispetto per quegli imprenditori che investono in accreditamenti e strutture all'avanguardia, per poi vedersi puntualmente discriminati.