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Questo sostantivo è tra i più usati e probabilmente abusati degli ultimi anni. Sicurezza,turismo,psicologia,sanità,sociologia,politica,viene usato in ogni contesto, ci sta sempre bene. Nessun problema intendiamoci, ma non penso che possa risolvere tutto. Al sud, poi, sembra essere diventata una virtù imprescindibile ed è comprensibile infatti tra le sue definizioni c’è: la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi, questa è la mia preferita. Io la userei anche per gli esseri umani. C’è anche chi lo usa al posto di “resistenza”, più politically correct forse.
In effetti non è tempo di passioni, il dire ciò che si pensa ormai è démodé, al massimo vintage come un cappotto. Più conveniente fare demagogia stando molto attenti a non dire ciò che realmente si vorrebbe fare, soprattutto in politica, perché, tanto, l’obiettivo è altro. Eppure della vera correttezza politica tanto sbandierata, ebbene sì l’originale anglosassone è political correctness, cioè “correttezza politica” e non “politicamente corretto”, ne avremmo tanto bisogno perché la resilienza da sola non basta. Difatti è la politica che determina il futuro di interi territori nonostante a molti sembri una cosa astratta.
Ci proviamo ad assorbire gli urti da più parti ma certe cose sono più difficili di altre da incassare. A tal proposito mi viene in mente quanto successo pochi giorni fa in occasione del consiglio regionale sull'emergenza Covid.
Il 24 novembre, giorno della seduta, c’è chi ha relazionato e chi è intervenuto per descrivere la nostra grave situazione sanitaria. Fino a qui niente di strano se non fosse per il fatto che NESSUNO ha ritenuto importante annoverare la situazione dell’ospedale di Tinchi nei propri interventi. Chiaramente quando scrivo NESSUNO intendo NESSUNO, né maggioranza, né opposizione e, quindi, neanche i colleghi di chi amministra il nostro territorio (Pisticci) che, se non altro, dovrebbero avere ben chiara la situazione.(qui il link per verificare gli interventi https://www.consiglio.basilicata.it/consiglioinforma/notizia.html?t=ACR&id=235809). Invece niente.
E’ mai possibile che una questione ormai di proporzioni nazionali, visto che sta interessando emittenti come Rai1 e Italia1, resti affidata alla resilienza di qualche singolo e non coinvolga i nostri rappresentanti regionali?
Gli stessi soggetti che, insieme ai propri gruppi politici, si propongono come portavoce dell'intera Basilicata. Verrebbe da chiedere di quale parte della Basilicata.
A noi chi ci rappresenta, chi difende i nostri diritti al di là delle parole?
Io non so se questo sia normale, visto che è passato nel silenzio più assoluto, ma è la realtà.
A questo punto, sinceramente, avrei dei seri dubbi sul sostantivo che fa più al caso nostro tra resilienza e resistenza, ma è certo che ne abbiamo bisogno. Ci serve per non mollare, per non accettare in silenzio certe storture o per non credere alle facili promesse perché, poi ,è questo quello che succede, disinteresse. Fino a quando non ri-eleggeremo un rappresentante del nostro territorio nelle stanze dei bottoni avremo solo fumo negli occhi, anche se non è questo che ci fa piangere.
Leonardo Galeazzo