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Il Ferragosto 2022 per le circa 3000 imprese di ristorazione lucane (a cui vanno aggiunte 40 di catering-fornitura pasti) segna il ritorno ai livelli pre-Covid con prenotazioni da tutto esaurito. A riferirlo è l’Osservatorio Fipe-Confcommercio Potenza che ha monitorato la situazione del comparto per circa il 59% composto in Basilicata da ditte individuali a testimonianza che – si rileva – in prima linea nello sforzo di “resistenza” alla crisi, soprattutto di consumi, direttamente sono singoli imprenditori, per il 20,5% società di capitale, per il 16,5% società di persone e il 4% altre forme societarie.
Michele Tropiano (Federalberghi) sottolinea che nonostante i sensibili aumenti dei costi aziendali, con quelli energetici “schizzati” di sei volte in pochi mesi, gli albergatori lucani generalmente hanno tenuto i listini prezzi sostanzialmente invariati con ritocchi solo in pochi casi. Il costo del pranzo di Ferragosto varia dai 35 ai 70 euro con una media che si attesta tra i 45 e i 50 euro. L’Osservatorio Fipe rileva che il profilo inflazionistico del bar (+4,2%) accelera leggermente rispetto a quanto rilevato a maggio. Gli incrementi sopra la media del comparto riguardano la pasticceria (+4,6%) e la caffetteria (+4,7%). Nei ristoranti tradizionali gli aumenti sul 2021 si attestano sul 4,5% mentre per le pizzerie sul 5,1%. Decelerano i prezzi del delivery da 8,1% a 5,7%. I prezzi delle mense registrano una variazione dello 0,4% sia congiunturale che tendenziale. In particolare le mense aziendali registrano un incremento del 2,2% rispetto a giugno 2022.
I ristoratori lucani – aggiunge Tropiano – intendono dare una prova di responsabilità per venire incontro alle difficoltà delle famiglie che a Ferragosto sono gli utenti privilegiati, con problemi di remuneratività sempre più complessi e con prospettive non certo rosee per l’autunno. Il settore della ristorazione è tra i più virtuosi in Italia per quanto riguarda il numero di imprese a titolarità femminile. La presenza femminile da noi tra i titolari raggiunge il 24,8% e quella giovanile il 13,8%. I lucani hanno speso tra il 35 e il 40% in meno nei servizi di ristorazione rispetto al 2019.