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Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’ing. Rocco Caramuscio
“Il caso Club Med, monumento alla memoria del disastro causato da decenni di incuria politica, ha impartito una sonora lezione al territorio che evidentemente non basta per svegliare gli amministratori.
Ci ritroviamo ancora oggi, dopo quasi vent’anni dalla stipula della concessione per la realizzazione del Porto degli Argonauti, ad attendere che la proprietà della struttura onori gli impegni presi. L’art. 8 della convenzione registrata con atto notarile n° 13458 del 05/07/2004 a Pisticci al n° 646, riporta quanto segue: “Il soggetto attuatore di concerto con l’Amministrazione, si impegna a realizzare nelle forme e modalità di legge, tecniche/amministrative, la fruibilità pubblica della struttura portuale da realizzarsi attraverso una forma di concessione da definire con apposito protocollo di intesa;
a realizzare nel Centro Storico di Pisticci un albergo/villaggio;
a manutenere il verde pubblico per anni otto di Pisticci, Pisticci Scalo, Centro Agricolo e Marconia;
la stipula di un’apposita convenzione con l’Istituto Alberghiero di Marconia mirata ad inserire i giovani neo diplomati nel mondo del lavoro.
Sempre il soggetto attuatore deve sottoscrivere una convenzione per l’inserimento nel mondo del lavoro di tutto il personale del luogo che va selezionato dopo opportune professionalizzazioni.”
E ancora: “Dovrà essere migliorata la qualità della pineta ricadente nell’area interessata e nelle due aree attraversate dall’incendio mediante rimboschimento e taglio del seccume e di piante sofferenti, al fine di migliorare la qualità percettiva funzionale del bosco”.
Ad oggi cosa di tutto questo è stato realizzato? Come mai le varie Amministrazioni che si sono succedute non hanno ritenuto opportuno verificare ed eventualmente intervenire?
In vent’anni è difficile pensare che nessun amministratore sia venuto a conoscenza di questa criticità. Potrei pensare che per alcuni, sia stato più utile tacere per il bene di pochi che rivendicare un diritto di tutti. Tra l’altro non si comprende perché la proprietà si limiti a una gestione miope, tenuto conto che il porto è utilizzato solo in parte rispetto alle potenzialità di accoglienza. Fare sinergia con il territorio significherebbe promuovere forme di collaborazione che porterebbero più cittadini a frequentare la struttura anche fuori stagione.
Al momento siamo di fronte alla solita legione straniera senza alcun legame con la comunità che la ospita.