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Amministrazioni e cittadini manifestino civilmente nei territori il loro dissenso se vogliono evitare il deposito di scorie nucleari e salvare il futuro della Basilicata e della Puglia. Dal 13 dicembre e fino al 12 gennaio 2024, sia gli enti territoriali con le aree presenti nella carta pubblicata che quelli che non rientrano tra le aree già individuate, nonché il Ministero della difesa per le strutture militari interessate, possono presentare la propria autocandidatura per ospitare sul proprio territorio il deposito di scorie.
In questa fase, è necessario tenere alta la guardia rispetto ad eventuali ipotesi di autocandidature che aggraverebbero la posizione dei nostri territori, già in parte considerati idonei nonostante le numerose osservazioni tecniche e scientifiche che abbiamo presentato con Regioni, Associazioni e comuni. Osservazioni che, contrariamente a quanto disciplinato dalla legge, non hanno ricevuto alcun riscontro nel merito. Consideriamo l’accaduto grave e valuteremo con gli altri proponenti eventuali azioni legali contro la Sogin e gli organi di controllo affinchè ci vengano date le risposte. Senza trasparenza continueremo a fare le barricate contro un’opera che alimenta solo uno sviluppo distorto del territorio. Siamo curiosi di conoscere anche perché alcuni siti piemontesi che erano considerati tra i migliori siano scomparsi dalla carta.
Teniamo conto che l'80% della radioattività delle scorie sono collocate nelle Regioni del nord in particolare nel Piemonte dove sono presenti anche infrastrutture e strumenti di controllo più adeguati rispetto a quelli presenti nella nostra Regione.
Rinnoviamo inoltre l’invito alla Regione affinchè convochi con urgenza il Tavolo della trasparenza, simbolicamente anche a Scanzano, per affrontare questi argomenti e i programmi di messa in sicurezza e smantellamento del centro Sogin a Rotondella (MT).
Cosi in una nota Pasquale Stigliani, portavoce dell’Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie, nata nei giorni della “protesta civile di Scanzano” del 2003.