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C’è grande preoccupazione tra le imprese del distretto del Mobile Imbottito per le profonde contraddizioni che il settore si trova a vivere in questo particolare momento storico: l’impennata dei prezzi delle materie prime che si registra già da mesi sta provocando rallentamenti sempre più strutturali nelle forniture e quindi nelle produzioni.
Il rischio sempre più concreto che si corre è di compromettere la dignitosa ripresa di cui, non senza difficoltà, le imprese del comparto sono diventate protagoniste nell’ultima parte del 2020 e in maniera ancora più significativa nei primi mesi del 2021.
A lanciare l’allarme è Saverio Calia, presidente della sezione Legno e Arredo di Confindustria Basilicata, che rappresenta i più prestigiosi e significativi brand del polo del Salotto lucano: “Sono diversi i fattori – spiega - che in maniera concomitante hanno determinato questo scossone dei prezzi, rallentando i tempi delle forniture e quindi delle produzioni, con effetti destinati a impattare sui costi del prodotto finito. Complessivamente è mancata una visione complessiva e una capacità di intervento in grado di contrastare le distorsioni di un settore labour intensive, finendo per alterarne, a catena, le complesse dinamiche di mercato”.
Questa situazione è stata affrontata anche in sede europea, dove la Confederazione europea delle industrie del mobile ha chiesto alla Commissione Europea di vigilare su eventuali azioni di trust da parte dei fornitori di materie prime come ad esempio il poliuretano.
“Il rischio molto grave che si corre – aggiunge il presidente Calia - è di azzerare gli sforzi dei nostri imprenditori che con grande caparbietà hanno messo in atto una dignitosa reazione alla crisi, dopo i primi mesi drammatici del lockdown. Complici i cambiamenti delle abitudini indotti dalla pandemia, in questo ultimo anno, che ci hanno spinto a stare molto di più a casa e quindi a sviluppare un’attenzione maggiore agli ambienti living, abbiamo registrato notevoli incrementi degli ordinativi. La situazione, però, rischia ora di aggravarsi nuovamente con pericolose conseguenze su un comparto che rappresenta il fiore all’occhiello del made in Italy, ed è tra le maggiori specializzazioni produttive lucane dall’impatto rilevante sull’economia regionale e in particolare del materano”.