Martedì, 19 Novembre 2024

Legambiente: “Il governo regionale costretto ad affrontare i disastri degli ultimi 20 anni. Ma gestire l’emergenza non può bastare È necessaria una transizione ecologica dell'acqua e un nuovo governo della risorsa idrica in Basilicata”

La classifica sulle performance ambientali delle città italiane

Le due città perdono posizioni nella classifica generale rispetto allo scorso anno

(-27 Matera, -1 Potenza)

Poche luci e troppe ombre nella qualità ambientale urbana dei due capoluoghi.

Potenza immobile sulle politiche ambientali e sempre lontana da una gestione urbana di qualità.

Matera in caduta libera e senza le necessarie ambizioni sulla strada della transizione ecologica urbana

Consulta la mappa interattiva ecosistemi.legambiente.it e quella del Sole 24 ore - sui 106 capoluoghi al centro dell’indagine di Legambiente e i 20 indicatori distribuiti in 6 aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia

Un grande e preoccupante passo indietro per Matera, mentre Potenza ristagna nella mediocrità assoluta. Questa è la fotografia fornita dal Rapporto Ecosistema Urbano 2024 di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulle performance ambientali dei 106 capoluoghi di provincia italiani riferite ai dati del 2023.

Nella classifica generale della qualità ambientale dei due capoluoghi, Matera scende dal 55° posto dello scorso anno all’82° di quest'anno. Potenza invece rimane sostanzialmente ferma scendendo di solo una posizione dalla 79a dello scorso anno all’80a di quest’anno (nel 2022 era al 58° posto).

Il punteggio complessivo risulta ben al di sotto della media italiana (pari a 55,80%) sia per Matera, che totalizza un punteggio di 48,11% che per Potenza che "raggiunge" il 48,55%, quindi entrambe le città sono più del 7% sotto la media nazionale. Il punteggio, calcolato in centesimi, viene assegnato sulla base dei risultati qualitativi ottenuti nei 20 indicatori conside­rati da Ecosistema Urbano che coprono 6 aree tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.

Sintetizzando, quindi, si può dire che la città di Matera rispetto allo scorso anno peggiora notevolmente le proprie performance ambientali, mentre Potenza rimane stabile su posizioni, comunque, molto basse nella classifica generale.

In generale a Potenza continuano a persistere e si aggravano perenni questioni urbane non risolte. Ci riferiamo alle vecchie problematiche del settore trasporti e mobilità, quelle relative alla dispersione idrica ma anche alla situazione impantanata nella gestione dei rifiuti. Matera viene penalizzata nel punteggio anche per l’assenza di dati sulla qualità dell’aria e per le problematiche relative al verde urbano. In entrambe ci sono dati molto negativi su diffusione di solare termico e fotovoltaico su edifici pubblici e sul consumo di suolo. In generale è possibile evidenziare ancora tante criticità nell'adozione di modelli di gestione urbana di qualità.

Analizzando nello specifico i parametri presi in esame, per quanto riguarda la qualità dell'aria (biossido di azoto, polveri sottili e ozono), poiché Ecosistema Urbano 2024 utilizza solo dati delle centraline ARPA, inevitabilmente i dati relativi ai parametri considerati per la città di Matera non risultano disponibili, a differenza dello scorso anno. Se in passato la capacità delle amministrazioni di monitorare autonomamente la qualità dell'aria ha rappresentato un elemento innovativo e di attenzione al territorio, la scelta di attingere ai dati ARPA risponde oggi alla necessità di ottenere dati sempre più comparabili. In questa edizione, dunque, alcune città, come appunto Matera, sono state penalizzate dalla mancanza di centraline ARPA regionali, anche se si è cercato di ridurre l’impatto di questo cambiamento non assegnando loro i malus di mancata risposta. Tuttavia, il tema della mancanza di centraline ARPAB a Matera è una questione di grande rilevanza che va assolutamente affrontata.

Potenza, invece, registra dati di qualità dell'aria, per quanto riguarda Biossido di Azoto, Ozono e PM10, tutti inferiori ai valori limite di riferimento della normativa italiana, ma non c'è nessun dato relativo ai valori di PM2,5. Tuttavia, prendendo in considerazione i nuovi valori guida OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) – più restrittivi rispetto alle norme UE – i valori riscontrati di PM10 risultano sicuramente oltre i limiti a Potenza. Grande attenzione andrà quindi posta in futuro ai livelli raggiunti dalle polveri sottili (i valori quelle più fini sono al momento non monitorati nelle nostre città) ma anche dall’ozono.

Per quanto riguarda la gestione della risorsa idrica, tema, come noto, di grande attualità in questo momento storico in Basilicata, Potenza registra il solito pessimo dato sulla dispersione idrica che non si sposta dal 62% enormemente sopra la media nazionale del 36%. A Potenza quasi i due terzi dell'acqua immessa in rete viene dispersa, cioè non consumata per usi civili (domestici, servizi, usi pubblici e usi gratuiti), industriali e agricoli. Sono quindi implicitamente considerate, insieme alle vere e proprie perdite fisiche, tutte le altre dispersioni dovute al cattivo funzionamento della rete, agli eventuali sversamenti e sfori nei serbatoi, alla mancata fatturazione e non contabilizzazione come gratuita, ai furti e ai prelievi abusivi. Matera non ha presentato dati sulla dispersione idrica. Discreta la posizione sia di Potenza che di Matera per i consumi idrici domestici, inferiori al consumo medio nazionale.

Nel settore rifiuti emergono dati positivi in relazione alla produzione pro-capite che sia a Matera che a Potenza rimane nettamente inferiore alla media nazionale e stabile rispetto allo scorso anno. Nessuna variazione di rilievo sul dato della raccolta differenziata con una leggera flessione a Matera (da 72,3% a 71,1%) e stabile a Potenza (60,8%). Da sottolineare che quest'anno è stato deciso di ridurre il peso del parametro Raccolta Differenziata, in quanto essa non rappresenta più come un tempo un elemento innovativo nella gestione ambientale.

Nella classifica relativa ai passeggeri del trasporto pubblico Potenza è nelle posizioni basse di classifica con 15 viaggi/abitante all'anno sul trasporto pubblico (la media nazionale è 72), in diminuzione rispetto allo scorso anno (20 viaggi/abitante all'anno). Matera non ha fornito dati su questo parametro. In leggero aumento il dato sull' offerta del trasporto pubblico a Potenza pari a 21 km percorsi annualmente dalle vetture per ogni abitante residente (lo scorso anno erano 18), in linea con il dato medio delle piccole città capoluogo italiane. Anche per questo parametro Matera non ha fornito dati. In definitiva a Potenza cresce l’offerta di trasporto pubblico ma diminuiscono i passeggeri, un dato che va analizzato con attenzione.

Per quanto riguarda le piste ciclabili Potenza segnala di non avere nessun tipo di infrastruttura dedicata alla ciclabilità, mentre Matera presenta un dato di 1,75 metri di piste ciclabili ogni 100 abitanti (la media nazionale è 11). Costante e poco rilevante il dato sulle isole pedonali a Potenza, mentre Matera non risponde. Entrambe non rispondono sull'estensione delle Zone a Traffico Limitato.

Nel sistema dei trasporti urbano e della mobilità cittadina, Potenza persiste nella sua poco invidiabile performance relativa all'altissimo tasso di motorizzazione pari a 79 auto ogni 100 abitanti, che continua ad essere tra i peggiori in Italia, mentre Matera va un po' meglio con 65 auto ogni 100 abitanti, leggermente al di sotto della media nazionale che è comunque altissima se confrontata su base europea.

I dati relativi all’incidentalità stradale segnalano valori inferiori alla media degli incidenti stradali nei capoluoghi italiani pari a 5,12 morti e feriti ogni 1.000 residenti (dati Istat 2022) per entrambe le città lucane, ma con il dato di Matera (4,8 morti+feriti ogni 1000 residente) più alto di quello di Potenza (3).

Male le due città sulla diffusione di solare termico e fotovoltaico su edifici pubblici con performance largamente insufficienti e inferiori alla media nazionale (pari a quasi 6 kw per 1000 abitanti) per Potenza (poco più di 2 kw per 1000 abitanti), mentre Matera non risponde.

La legge nazionale 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” riconosce l’importante ruolo che il verde, e gli alberi in particolar modo, rivestono nel controllo delle emissioni, nella protezione del suolo, nel miglioramento della qualità dell’aria, del microclima e della vivibilità delle città. La legge considera strategica per qualsiasi amministrazione comunale la conoscenza dettagliata del proprio patrimonio arboreo e prevede che tutti i comuni sopra i 15mila abitanti si dotino di un catasto degli alberi, piantino un nuovo albero per ogni bambino nato o adottato e che gli amministratori producano un bilancio del verde a fine mandato, che dimostri l’impatto dell’amministrazione sul verde pubblico (numero di alberi piantumati e abbattuti, consistenza e stato delle aree verdi, ecc.). Il numero di alberi per abitante della città di Matera è pari a 18 alberi ogni 100 abitanti, poco inferiore al dato dello scorso anno e sotto la media nazionale. Potenza invece non fornisce alcun dato sul numero di alberi.

Per quanto riguarda il verde urbano espresso in metri quadrati/abitante, il dato fornito risulta molto positivo per Potenza con oltre 160 m2 per abitante di verde urbano. C'è da sottolineare però che probabilmente si tratta di un dato che comprende spesso verde disponibile ma in larga parte non direttamente fruibile. Matera invece fornisce un dato pari a 17,2 m2 pro-capite, molto più realistico di quello fornito in passato e molto inferiore alla media nazionale.

In relazione invece al parametro uso efficiente del suolo è opportuno evidenziare che le due città capoluogo benché in netto arretramento sul piano della tendenza demografica (Matera da almeno 10 anni, Potenza da oltre 20 anni), non abbiano comunque registrato una conseguente e coerente riduzione del consumo di suolo. Pertanto, sia Potenza che Matera presentano valori negativi sia rispetto al parametro di uso efficiente del suolo, che valuta i cambiamenti di consumo di suolo e i livelli di urbanizzazione in relazione alla variazione di residenti (dati ISPRA 2022), che rispetto al parametro variazione consumo di suolo pro capite nel quinquennio 2017-2022, che indica, quindi, una crescita di consumo di suolo nei capoluoghi a fronte di un calo del numero degli abitanti. Quindi, a dispetto della evidente crisi demografica, le due città tardano a sviluppare strategie urbane di adattamento che contemplino da un lato l’arresto dei processi di nuova urbanizzazione, e dall’altro la depavimentazione di superfici, con ripristino delle funzioni del suolo vegetato anche all’interno del tessuto insediativo, come parte sostanziale degli interventi di rigenerazione urbana, oltre che di adattamento climatico.

“I numeri di Ecosistema Urbano 2024 – dichiara Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata - delineano una condizione di progressivo arretramento della qualità ambientale urbana dei due capoluoghi lucani che dovrebbero, invece, rappresentare i principali laboratori potenziali di rigenerazione urbana, ma, al contrario, non appaiono affatto modelli di riferimento per una gestione urbana di qualità, paralizzati da alcune emergenze croniche. Non aiuta l’assenza di un quadro organico nazionale entro cui ridisegnare l’idea di città, ma la transizione ecologica dei maggiori centri urbani della Regione è un orizzonte lontano che le due città non affrontano con il necessario protagonismo”.

"Il Rapporto Ecosistema Urbano 2024 – sostiene Valeria Tempone, Direttrice di Legambiente Basilicata - rappresenta per Matera un allarmante segnale di peggioramento delle performance ambientali. Emergono palesi le criticità legate alla carenza di dati sulla qualità dell’aria per mancanza di centraline ARPAB, alla scarsa disponibilità di verde urbano, ad un approccio non sostenibile dell’uso del suolo. Preoccupante è anche l’incapacità dell’amministrazione comunale di fornire dati sul trasporto pubblico e la mobilità, ma anche sulle perdite della rete idrica e la diffusione del solare termico e fotovoltaico pubblico”.

“Potenza  - continua Tempone - appare una città in declino che non riesce a dotarsi di una programmazione di medio-lungo periodo e non sfrutta le opportunità di strumenti finanziari disponibili per attuare le politiche ambientali e ripensare la mobilità sostenibile, la corretta gestione dei rifiuti, la forestazione urbana e la tutela delle aree verdi, il ciclo integrato delle acque (affrontando con decisione il tema dell’esorbitante dispersione idrica), lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, la rigenerazione urbana di qualità anche per attuare politiche di adattamento ai cambiamenti climatici”.

Il report su www.legambiente.it  

Mappa interattiva sul Sole 24 ore: https://lab24.ilsole24ore.com/ecosistema-urbano

Legambiente: "Sempre più necessario adottare  azioni efficaci contro l'erosione costiera e piani di adattamento climatico, ma anche contrastare abusi ed illegalità che degradano coste e sistemi dunali"

Quale futuro per le concessioni balneari oltre il far west?

Ottime notizie per il mare della Basilicata. Tutti i 5 punti campionati lungo le coste lucane da Goletta Verde di Legambiente sono risultati entro i limiti di legge. Un risultato importante che quest’anno fa della Basilicata la prima regione in cui Goletta Verde 2024, da quando ha iniziato a fine giugno il suo viaggio lungo la Penisola per monitorare mare e coste, ha trovato per la prima volta tutti i campioni risultati entro i limiti alle analisi microbiologiche. Da segnalare anche il miglioramento complessivo rispetto allo scorso anno, quando nel 2023 su 5 punti campionati solo 4 erano risultati entro i limiti di legge. In particolare, migliora la foce del canale Toccacielo, quest’anno entro i limiti di legge mentre nel 2023 era risultata dalle analisi fortemente inquinata.

Questo, in sintesi, il bilancio di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente che solca i mari italiani in difesa dei mari e delle coste, e che oggi conclude la sua tappa in Basilicata, a Maratea. I dati sono stati resi noti questa mattina nel corso della conferenza stampa organizzata al porto di Maratea, dove hanno partecipato: Antonio Nicoletti, Responsabile nazionale aree Protette di Legambiente e portavoce di Goletta Verde, Antonio Lanorte, Presidente Legambiente Basilicata, Daniela Calderano, Assessore turismo, verde pubblico e decoro urbano del Comune di Maratea, Donato Ramunno, Direttore ARPAB, Michele Lenti, Comandante Ufficio Circondariale Marittimo di Maratea Tenente di Vascello.  Giunta alla sua 38° edizione Goletta Verde ha come partner principali della campagna ANEV, CONOU, Novamont e Renexia, e la media partnership de La Nuova Ecologia.

I campionamenti in Basilicata sono stati effettuati dai volontari e le volontarie di Legambiente l'8 luglio 2024. Dei 5 campioni esaminati 3 sono stati prelevati in foce di fiumi o canali e 2 a mare, tutti hanno dato esito positivo, risultando entro i limiti alle analisi microbiologiche effettuate da laboratori specializzati sul territorio.

Andando nel dettaglio, in provincia di Matera i campioni sono stati prelevati alla foce del canale Toccacielo (nel comune di Nova Siri), alla foce del fiume Cavone (in località San Basilio, tra i comuni di Pisticci e Scanzano Jonico) e poi presso la spiaggia a sud di Largo Italia sul lungomare, presso il lido di Policoro.  In provincia di Potenza, invece, i campioni sono stati prelevati presso la spiaggia della Luppa (in località Acquafredda) e presso la foce del fiume Fiumicello, entrambi ricadenti nel comune di Maratea

“La Basilicata riesce a migliorare la situazione della foce del canale Toccacielo, e questo è un grande risultato: vuol dire che in questo anno si è lavorato all’efficientamento del sistema di depurazione – dichiara Antonio Lanorte, presidente Legambiente Basilicata. Questo risultato però non deve farci abbassare l’attenzione: dobbiamo continuare a monitorare i punti critici, specialmente le foci dei fiumi, per assicurare benessere ai cittadini e alle cittadine oltre che al nostro mare”.

 “Nel nostro viaggio con Goletta Verde la Basilicata è la prima regione dove tutti i campioni prelevati sono risultati entro i limiti di legge – dichiara Antonio Nicoletti portavoce Goletta Verde e responsabile aree protette di Legambiente - La situazione del sistema di depurazione nel resto del paese rimane, però, un problema che deve diventare una priorità per le istituzioni, anche per evitare di intercorrere in nuove sanzioni dalla Comunità Europea. Non dimentichiamo che sono 4 le

procedure di infrazione per la mancata conformità alla Direttiva Acque Reflue a carico dell’Italia, e quella del 2004 è arrivata alla sanzione pecuniaria portando gli italiani e le italiane a pagare più di 142 milioni di euro in bolletta.

FOCUS DEPURAZIONE

Quest’anno ricorrono i trent’anni della Legge Galli che, nel 1994, rivoluzionò l'organizzazione del servizio idrico integrato, prevendendo una gestione unitaria e integrata per l’insieme dei servizi di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e depurazione delle acque reflue.

È proprio quest’ultima la parte del ciclo su cui si concentrano le campagne di Goletta Verde e Goletta dei Laghi. La depurazione resta uno dei tasti dolenti nel nostro Paese, con 910 agglomerati per i quali sono state rilevate situazioni di non conformità ai requisiti della Direttiva sulle acque reflue (91/271/CE). Secondo gli ultimi dati disponibili del MASE (dicembre 2023) in Basilicata ci sono ancora 18 agglomerati in procedura di infrazione, secondo la valutazione di conformità espressa dalla Commissione Europea, con un carico generato di 197.700 abitanti equivalenti.

Nel PNRR sono stati individuati interventi di ammodernamento delle reti fognarie italiane e di adeguamento dei sistemi di depurazione che andranno, in parte, a sanare queste non conformità, in parte a costruire nuove infrastrutture ove prima mancavano. Il decreto ministeriale del 9 agosto 2023 individua 176 progetti che riceveranno il finanziamento dei fondi stanziati. Per la regione Basilicata, in particolare, sono quattro gli interventi ammessi a finanziamento, di cui solo uno andrà ad intervenire in situazioni sottoposte a infrazione comunitaria, quello relativo alle “opere necessarie all'attivazione del depuratore consortile in agro di Acerenza sito in località Torre Vosa”. Gli altri interventi riguardano la realizzazione del sistema di trattamento terziario all’impianto a servizio dell’abitato di Melfi (PZ), l’adeguamento del sistema di collettamento di Senise e Noepoli (PZ), e l’adeguamento degli impianti dei comuni di Valsinni e Nova Siri (MT).

In questa edizione 2024, torna il servizio SOS Goletta di Legambiente per segnalare scarichi anomali, chiazze sospette o inquinamento lungo le coste e le spiagge del proprio territorio compilando l’apposito form sulla pagina dedicata

FOCUS COSTE, CRISI CLIMATICA ED EROSIONE IN BASILICATA: Infine, tra i temi toccati nel corso della conferenza stampa di oggi, anche il futuro delle coste italiane, partendo dal report nazionale di Legambiente “Spiagge 2024” diffuso oggi a livello nazionale. Le aree costiere sono sempre più minacciate dagli impatti della crisi climatica, dall’erosione costiera e dal consumo di suolo. In particolare, la Basilicata dal 2010 al 2024, secondi i dati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, è stata colpita da 7 eventi meteo estremi; ma a preoccupare è anche il problema dell’erosione costiera come riportano gli ultimi dati Ispra disponibili. Basilicata: lunghezza costa bassa 41 km di cui il 51,6% è in erosione (dal 2006-al 2019); registra la percentuale più elevata di erosione a livello nazionale. Info sul report su www.legambiente.it

Legambiente avvia il monitoraggio dei nidi di Tartaruga marina in Basilicata con i TartaBiker

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