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Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Iscritto all’ODG Basilicata
Sono 57 i cittadini che in queste ore hanno ritenuto di dover scrivere al Presidente della Repubblica, a sostegno dell’azione nonviolenta che sto conducendo e delle sue ragioni. Tra essi segnalo le missive inviate da Diodoro Colarusso (già primario di medicina interna e direttore del 118 in Basilicata), Giuseppe Rossi (odontoiatra e già vicesindaco di Senise), Enzo Acito (già consigliere regionale) e Fausto De Maria (Sindaco di Latronico). Da due settimane mi rivolgo ai membri della massima assise regionale, raccogliendo silenzio con la sola autorevole eccezione dell’intervento del consigliere Piero Marrese. I temi che sto provando a porre non possono essere estranei a chi dice di voler governare ed essere classe dirigente. Se è pur vero che sempre più, in questi decenni, la politica ha perso forza e dignità e le istituzioni della Repubblica sono state svilite e svuotate di contenuto e forza, è altrettanto vero che si può e si deve pretendere che la politica si riappropri del proprio ruolo e che coloro che rappresentano le nostre istituzioni le onorino quotidianamente.
Di Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani e iscritto all’Odg Basilicata (in digiuno dalle ore 23.59 del 28 novembre)
Sarà un caso che i vertici della Regione Basilicata quest’anno abbiano accuratamente evitato di celebrare la giornata mondiale della nonviolenza? E che altrettanto è accaduto a livello di Rai locale e nazionale?
Che dire? Tutto sommato meglio il silenzio che farisaiche e pompose dichiarazioni da sepolcri imbiancati che cinque minuti dopo opereranno per assassinare la nonviolenza e chi prova a dar corpo alla nonviolenza.
Certo se avessimo celebrato la giornata mondiale della bottiglia molotov scommettiamo che in tanti si sarebbero fiondati? Lo avrebbero fatto perché la violenza spesso alimenta ciò che vuol combattere e un potere violento non esita a strumentalizzare la violenza o addirittura evocarla. Si sarebbe fiondata, sono certo, quella giornalista del Tg4 che anni fa chiese a Michele Misseri di mostrare al pubblico come aveva ammazzato Sara Scazzi.
Ve li ricordate gli anni ’70 con le loro brutte storie di terrorismo, infiltrati, violenza, morte e leggi speciali?
Io ricordo di certo l’epigrafe che Sciascia utilizza nel suo “L’affaire Moro”: “La frase più mostruosa di tutte: qualcuno è morto al momento giusto”.
Cosa c’entra tutto questo con l’azione di dialogo nonviolento che sto conducendo? Fate voi!
Questa mattina ho chiesto ai vertici della Regione Basilicata, al Presidente della Giunta regionale, al Presidente del Consiglio regionale, all’ufficio di presidenza del Consiglio e all’intera assise di rompere l’assordante silenzio sulle ragioni che mi hanno indotto ad alimentare il mio Satyagraha attraverso il digiuno (assunzione di sola acqua). Sottolineo, sulle ragioni.
Nel contempo non potevo che ringraziare nuovamente Piero Marrese unica voce che si è levata da quell’assise e esprimere la mia gratitudine ai tanti cittadini che con la loro attenzione, affetto, stima, partecipazione, comprensione e parole stanno alimentando la mia fame di verità, giustizia, democrazia, conoscenza e libertà. Un ringraziamento particolare l’ho poi voluto rivolgere a Diodoro Colarusso (già primario di Medicina Interna e direttore del 118), medico e amico che in queste ore mi ha fatto visita a casa. E poi al dr. Giuseppe Rossi (già vicesindaco di Senise), a Pietro Pierro (Presidente del Consiglio comunale di Montalbano J.) ed Enzo Acito (già consigliere regionale).