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Da qualche giorno si è spento Paolo Rossi, l’eroe di Spagna ’82.Per chi è nato alla fine degli anni settanta, come me, Paolo Rossi non è qualcosa di veramente tangibile, è un sogno, un tenero ricordo di braccia forti che ti lanciano in aria in un incontenibile gesto di gioia. Poi, con il tempo, la possibilità di leggere di lui, guardare filmati e, quindi, poterlo apprezzare con maggiore consapevolezza.
Un grande giocatore, esile ma letale che non pensava di essere un campione. Un eroe gentile che ci abbandona non senza aver lasciato il segno. Chiaramente quello dell’11 luglio 1982 è il più famoso: «Palla al centro per Müller, ferma Scirea, Bergomi, Gentile, è finito! Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!!!» (Nando Martellini, telecronista RAI).
Quella partita come sanno tutti finì 3-1, con Rossi che propizia l’apoteosi con il primo gol, Tardelli che fa vedere a tutti noi cosa succede quando un sogno diventa realtà ed Altobelli che, con la sua classe, fa alzare persino il Presidente della Repubblica di allora, Sandro Pertini che, non tanto scaramanticamente, non resiste e si concede un :”non ci prendono più” consegnato alla storia come il resto di quel giorno. Per la cronaca segnerà il gol della bandiera Breitner per la Germania, risultato che permise all'Italia di vincere il suo terzo titolo mondiale dopo 44 anni dal precedente. Quello che successe dopo è leggenda, con immagini toccanti ancora oggi, in un luglio degli anni ‘80 in cui tutto sembrava possibile e quando la Spagna si fuse con l’Italia dando vita a qualcosa di raro che, tra le altre cose, portò ad un netto aumento della natalità. In quel mondiale vinto da una grande Italia, Paolo Rossi fece il capocannoniere con sei gol, chi lo conosceva disse che fu la sua risposta alla squalifica che scontò in silenzio. A dimostrazione del suo carattere mite e socievole si racconta che si trovava in Brasile per lavoro e nonostante fossero passati tanti anni dal mondiale ’82, lui aveva già smesso di giocare, fu riconosciuto da un tassista che per vendicarsi dell’eliminazione subita proprio dal Brasile a causa della tripletta di Rossi, lo fece scendere in piena campagna e lui non se la prese....
Uomo umile e di grandi valori, come in questi giorni hanno ricordato familiari ed amici.
A noi amanti del calcio, di quel pallone che rotola come la vita, ha insegnato l’umiltà dei campioni, la leggerezza dell’efficacia, la bellezza dei sorrisi.
Grazie Pablito, riposa in pace.
Leonardo Galeazzo