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Il suo tiro micidiale, non dava scampo al portieri avversari (ne sapeva qualcosa Luigi Bianco “Perniedd” che una volta ci rimise il….naso). Lo ricordiamo così il Professor Antonio Leone, lo stimato educatore e anche calciatore di tanti anni fa, che, purtroppo, ci ha lasciati nei giorni scorsi.
Erano i primi anni 50 con il calcio che nella nostra città si praticava con grande difficoltà, nella Piazzolla di Terravecchia, o nel grande spiazzo davanti al Cimitero, non ancora ampliato, oppure nel piazzale di via XX Settembre del rione Matina. Poi, grazie all’intervento del Sindaco di allora Nicola Cataldo, si realizzò a Ponte Pisciacchio, il primo campo sportivo, ovviamente di dimensioni un pò ridotte.
Fu lì che gli appassionati del mondo del pallone, che erano tanti anche allora, conobbero le prime partite e i primi giocatori della nostra città. Fu lì che, tra gli altri, si impose un giovane bravo e possente attaccante, in possesso di scatto e velocità, ma soprattutto dotato di un tiro micidiale che i guardiani delle porte avversarie, non riuscivano a contrastare. I suoi tifosi - allora tutti i giocatori avevano un soprannome - lo ribattezzarono “Antonio Calapone”, proprio per la sua aitante stazza, ed a lui si devono tanti bei ricordi calcistici, tra cui quello datato 1 aprile 1951 quando il Pisticci in amichevole batté sul proprio campo il Policoro con il risultato di 3 - 2, con la prima rete messa a segno proprio da lui. Erano gli anni belli del calcio paesano, un calcio che si gustava per la sua semplicità con tanti giovani calciatori che rispondevano ai nomi di Armando Giannone, Cesare Grieco Nobile, Mario Viggiani meglio conosciuto come “Fiorentino” e i suoi fratelli Ciccio, Nino (Aleccio) e Armando, Pietro Leone, Alberto Prudente, Nino Caifano, Lugi Bianco, Giovanni D’Onofrio (Pettelone), Rocco Lo Franco (Il Campione), Peppe Panettieri, Tonino Vitelli, Cenzino e Armando Quinto, Michele Motta, Pio Plati, Ninuccio Plati, Rocco Lo Franco (il Campione), Peppe Panettieri e tanti altri, che ci hanno lasciato o sono ancora in vita.
Un periodo d’oro per il nostro calcio, nonostante le obiettive difficoltà dell’epoca, che risentiva ancora della crisi del dopo conflitto mondiale terminato solo da poco.
Fu qui che, appunto si mise in luce Antonio Leone, calciatore e persona amata dai tifosi di allora e stimato da quanti hanno avuto la possibilità di conoscerlo ed apprezzarlo come uomo e come educatore.
Alla moglie Maria, alla figlia Maristella e suo marito Luciano Romero, le condoglianze personali e della redazione.
Michele Selvaggi