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La nostra storia questa volta si sofferma sulla festa più bella e più attesa da tutti: il Santo Natale. Quello attuale e soprattutto quello di tanti anni fa, con dei denominatori comuni come il presepe, pettole e cartellate. Usanze, un pò scomparse nel tempo, ma sempre vive nei ricordi che ci accompagnano.
Chissà quanti ancora hanno a mente quell’incantevole mondo del presepe di una volta che nelle nostre case si rinnovava ogni anno già a partire dai primi di dicembre. Grande attesa per tutti e grande festa da vivere insieme con le sue tradizioni. La più bella festa dell’anno, come l’hanno definita scrittori e poeti. Un Natale che nelle nostre case non era tale, senza che il Bambinello, la Madonna, San Giuseppe, il bue, l’asinello e i re magi, non fossero lì a rappresentare il richiamo ai valori di un favoloso mondo che a volte ci fa ritrovare la forza di poter contrastare avversità e angosce quotidiane.
Il presepe è sempre quello che abbiamo sognato e desiderato da bambini, con l’attesa di un anno, di pari passo con la tradizione millenaria che richiama la simbologia cristiana e la memoria culturale di ognuno di noi. Ma non è sempre così perché in molte case, purtroppo, il presepe non c’è più o non c’è mai stato, facendo posto all’albero di Natale, fino a poco tempo fa, pianta naturale di boschi e pinete. Ora pianta virtuale nelle nostre case. Un segno dei tempi che corrono, corrono e non hanno più rispetto del passato, recente o remoto, che non torna più.
Un Natale che si caratterizzava anche con l’arte culinaria, che inebriava e profumava i nostri ambienti. Festa caratterizzata da prodotti tipici come le “pettole”, porcedduzzi e “cartellate, il "dolce “di carta" pisticcese, conosciuto in gran parte del mondo. Passando per vie dell’abitato, in questi giorni, si restava inebriati dal profumo delle nostre specialità natalizie. Prodotti squisiti, ideati e tramandati attraverso i secoli dai nostri avi. Purtroppo, anche qui, qualcosa è cambiato, con i camini delle nostre case, che ormai hanno fatto posto ai vari forni, dove ora, questi prodotti si producono e si comprano. Ovviamente, le nuove generazioni forse non capiranno mai il significato di quel pezzo di massa lavorata in casa, fritta e condita in vari modi. Chi ha una certa età invece, capisce, eccome, il valore di una ricetta originaria che ha fatto la storia.
Ora, il vecchio caro Natale è in versione “moderna” e viaggia al passo dei tempi, magari, dimenticando presepi, pettole e cartellate senza lasciare scampo ai ricordi.
Non ci resta che il dolce canto di “Tu scendi dalle stelle”. Che nessuno toccherà mai. Buon Natale a tutti.
Michele Selvaggi