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La nostra storia. 17 maggio 1952 - 17 maggio 2022, son trascorsi 70 anni dall’approvazione della Legge Speciale sui Sassi di Matera voluta dall’allora Primo Ministro Alcide De Gasperi che nel luglio 1950, accompagnato dal giovane deputato lucano Emilio Colombo, aveva visitato la città e quel quartiere diventato tristemente famoso con la pubblicazione di “Cristo si è fermato ad Eboli”.
Emblematica la foto che ritraeva lo statista, proprio durante la visita, mano sulla fronte, colpito da condizioni disumane in cui versava la povera gente di quella antica zona della città, costretta a vivere in veri e propri tuguri in promiscuità con animali domestici, senza acqua corrente, fognatura, luce e strade impercorribili. In quella occasione furono sanciti l'impegno e la promessa del Presidente, di risolvere presto il problema. "Non ci sono parole per commentare quello che poco fa ho visto - disse tra l'altro De Gasperi appena dopo la visita - La povera gente dei Sassi non può continuare a vivere come bestie. Se finora nessuno si è preoccupato di queste persone, è venuto il tempo che si faccia qualcosa in loro favore per liberarli da una tristissima condizione".
Impegno preso sotto il caldo sole di luglio. Già in precedenza però, dopo l’uscita del libro denuncia di Carlo Levi (1944), il Segretario dell’allora Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti, si era recato a Matera (1948) visitando i Sassi e definendo le condizioni sociali e abitative dei residenti di quel quartiere, una vera e propria “Vergogna nazionale”, sollecitando le istituzioni a intervenire.
Trascorse solo poco tempo dalla visita di De Gasperi e la promessa venne mantenuta con la firma di una legge speciale per lo sfollamento dei Sassi (L. 17 maggio 1952 n.619) che significò il trasferimento di gran parte dei residenti, che così poterono iniziare una nuova vita in condizioni più umane, con la realizzazione e occupazione di nuove abitazioni nei nuovi quartieri Serra Venerdì, Lanera, Borgo La Martella e Venusio, queste ultime destinate alle famiglie agricole. De Gasperi tornò a Matera il 17 maggio 1953 per la inaugurazione e la consegna delle prime chiavi agli abitanti del borgo La Martella. Per Matera, una giornata memorabile, destinata a cambiarne la storia e geografia, grazie all'impegno di De Gasperi a cui il Comune, solo dopo diversi decenni, a ricordo fece erigere una statua in via Nazionale. Quel giorno, un vero e proprio bagno di folla in piazza V. Veneto per conoscere l'uomo della Legge sui Sassi, quello che aveva creato la DC e che nel febbraio del 1947 aveva firmato il trattato di pace con gli alleati adoperandosi alla ricostruzione materiale e morale del paese, perseguendo una politica di amicizia con gli stati del Patto Atlantico e Occidente.
A Matera, quel giorno - c’eravamo anche noi giovanissimi - fu invasa da migliaia di persone. La penuria di mezzi non permise a tutti di poter essere lì per salutare lo statista e l'episodio ci ricorda come forte fu la delusione di pisticcesi, ferrandinesi, pomaricani, miglionichesi che non avendo potuto raggiungere Matera, attesero invano il passaggio di De Gasperi, convinti che nel pomeriggio sarebbe transitato da quelle parti per visitare le zone di Riforma Fondiaria di Macchia, Caprarico, Scanzano Policoro e San Basilio.
De Gasperi morì improvvisamente nell'agosto del 1954 senza poter ritornare a Matera, come lui stesso aveva promesso e desiderato, per visitare i nuovi quartieri completati delle città, che, grazie ad una legge da lui fortemente voluta, erano stati costruiti a tempo di record per accogliere migliaia di cittadini che fino a poco tempo prima avevano abitato le grotte dei Sassi.
Una città, Matera, che grazie anche a questo lontano provvedimento, il 2019, fu proclamata Capitale Europea della Cultura e conosciuta in tutto il mondo.
Michele Selvaggi