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Oltre mezzo secolo di vita con spettacoli in tutto il mondo, dove ha fatto conoscere la sua arte folklorica e quelle tradizioni popolari che non muoiono mai.
Di successo in successo, l’affiatato Gruppo La Pacchianella dell’ormai mitico Presidente Giuseppe Adduci, in questi 50 e più anni di attività, ha colto tantissimi obiettivi, tra passione ed entusiasmo, anche - ricordiamo - attraverso immancabili sacrifici che comunque sono serviti a far crescere il team, fino a farlo diventare punto di riferimento fisso e prestigioso nel mondo della spettacolo folklorico nazionale e internazionale.
Dopo un lungo periodo di oltre 40 anni, quella che è stata la sede storica - operativa di Corso Margherita 132 - ora provvisoriamente trasformata in cappella che ospita la statua del Patrono della città San Rocco, in attesa di ritornare nella sua sede di Piazza Plebiscito, appena i lavori di messa in sicurezza saranno terminati - viene trasferita in via Cammarelle 43 del rione Loreto, in una sede degna di questo nome, dove si potrà continuare ad ammirare una magnifica, corposa e significativa esposizione di trofei, targhe, coppe, attestati di riconoscimento, anche da parte di istituzioni nazionali, internazionali e privati, a testimonianza di una lunga, proficua attività professionale, osannata ovunque.
Nuova sede che potrà continuare ad essere meta di visite da parte di turisti, allorquando, auspichiamo, questa terribile pandemia potrà essere solo un ricordo.
“Un periodo terrificante - spiega il responsabile Commendator Adduci - in cui c’è stasi in tutto e i nostri gruppi, quello adulto e l’altro dei piccoli, da circa un anno, sono fermi, con gravi ricadute sulla intera attività culturale, compresi gli spettacoli. Ma in noi - continua Adduci - non manca la fiducia e la speranza che tutto questo, possa presto passare. E’ marcata intenzione, con la nostra mai sopita passione e il nostro entusiasmo, riprendere il tutto nella pienezza della nostra storia delle tradizioni popolari, che vogliamo continuare a raccontarla e a scriverla”.
Come si ricorderà, il Gruppo Folk “La Pacchianella“ è una istituzione di interesse nazionale, riconosciuta ufficialmente dal Ministero dei Beni Culturali e, per altissimi meriti culturali, dalla Regione Basilicata, dalla Amministrazione Provinciale di Matera e dalla Università degli Studi di Basilicata, quale “patrimonio culturale” della nostra regione.
Il Gruppo, con i suoi canti e danze popolari, il tutto rappresentato con spettacoli attraenti, coinvolgenti, frutto anche di un lavoro di ricerca, accurata e qualificata, con l’ausilio di anziani contadini e addetti alla ricerca storica, si è sempre avvalso di un repertorio intenso e ricco di significati, di un tempo che fu, che riporta a stati d’animo spesso gioiosi, ma a volte anche drammatici di una generazione provata da sacrifici, stenti e dolori.
Questa pandemia, prima o poi cesserà, e allora La Pacchianella, potrà ritornare a divertire, anche attraverso il suo abito femminile dal fascino particolare, ovunque apprezzato, che evoca la storica figura della donna del passato. Con l’auspicio che questa “peste moderna” possa presto finire, gli “in bocca al lupo” a Peppino Adduci e al suo ineguagliabile gruppo, perché presto ritorni a quegli appassionati spettacoli che hanno riempito le piazze di mezza Italia e di altre parti del mondo. Il tutto anche segno del nuovo inno dedicato alla Pacchianella, “Terra mia”, con parole del compianto e sempre amato Prof. Mimì Miolla, figura di riferimento del gruppo, e musica del maestro Antonello Laviola.
Michele Selvaggi