Giovedì, 14 Novembre 2024

Covid in Africa: Cestari (Italafrica), capi stato occidente più interessati alla Coppa d’Africa di calcio che alla diffusione della pandemia

Lunedì, 10 Gennaio 2022

In Africa sono stati superati i dieci milioni di contagi di coronavirus. La notizia diffusa dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie del continente africano che riferisce di 10.028.508 casi registrati dallo scoppio della pandemia nei 55 Stati che fanno parte dell'Unione africana (Ua) dovrebbe scuotere le coscienze dei capi di Stato occidentali che sembrano interessati in questa fase più ai risultati della Coppa d’Africa di calcio che al Covid.

E’ quanto sostiene il Presidente della Camera ItalAfrica Alfredo Cestari sottolineando che la carenza di vaccini fa esplodere le varianti Covid in Africa. Circa il 7% della popolazione africana è vaccinata a ciclo completo. Un ritardo che favorisce la proliferazione di mutazioni. Per questo se si vuole realmente centrare l’obiettivo di vaccinare almeno il 40% della popolazione globale nel più breve tempo possibile, alla Dichiarazione sottoscritta dai Ministri della Salute del G20 – continua Cestari – deve seguire un cronoprogramma di intervento quanto più rapido ed efficace possibile.

Nonostante dunque il livello molto basso di somministrazione del vaccino accade però che la giovanissima età media sembra proteggere le popolazioni africane con un numero di morti decisamente inferiore in percentuale con i residenti di quello dei Paesi occidentali: nel nostro Paese la pandemia ha provocato 229 morti ogni centomila abitanti, in Uganda sette decessi su centomila persone, in Nigeria due; la mortalità varia dai 15 decessi su centomila abitanti in Gambia e Gabon, ai due del Burkina Faso. Questo non deve in alcun modo abbassare l’attenzione e quindi il livello di aiuti in vaccini, forniture di presidi sanitari, attrezzature e personale medico specializzato. La situazione – aggiunge – non cambierà senza interventi da parte degli Stati che pure hanno finanziato una gran parte della fase iniziale di ricerca sul vaccino, quella finanziariamente più rischiosa. Ecco perchè dobbiamo formare il più in fretta possibile migliaia di operatori sanitari, affinché siano in grado di rassicurare la popolazione e abbattere l’esitazione vaccinale, gestire e amministrare le scorte di vaccini, somministrare le dosi in sicurezza.

Noi – continua il presidente di ItalAfrica – ci poniamo l’obiettivo contestuale di rilanciare le attività produttive, lo scambio commerciale, i programmi che coinvolgono l’imprenditoria italiana ed europea in Africa centrale, a partire dall’impegno Ue degli anni passati di investire in Africa 100 miliardi per aggiornarne gli effetti sul piano economico e sociale a seguito della pandemia”. 

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