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Si è svolto a Brienza in provincia di Potenza il settimo congresso della Fai Cisl Basilicata, federazione dei lavoratori agroalimentari e ambientali che in regione conta quasi 6 mila iscritti. L’assemblea, dal titolo “RiGenerazione: persona, lavoro, ambiente”, ha confermato all’unanimità Giuseppe Romano Segretario generale; al suo fianco nella segreteria regionale sono stati eletti Carmela De Luca, Alberto Dolce, Tiziana Galasso e Innocenzo Natiello.
L’agricoltura lucana, è emerso dai lavori congressuali, presenta un alto grado di multifunzionalità, con una elevata superficie di boschi, prati e pascoli, e più di un terzo della superficie destinato ad attività con un impatto ambientale positivo. “La ruralità – ha detto Romano – non è solo uno slogan ma una precisa strategia per ricostruire su basi più sostenibili le attività economiche”. Tante le produzioni di eccellenza in regione, con 19 marchi di denominazione di origine tra food e vini. L’impatto economico delle denominazioni di origine è cresciuto di oltre l’84% rispetto al 2016, raggiungendo i 15 milioni di euro. La presenza di grandi gruppi industriali, inoltre, caratterizza alcuni asset produttivi come i prodotti da forno e le acque minerali; spicca poi la presenza in regione, da 35 anni, di due colossi dell’agroalimentare come Barilla e Ferrero. “Rappresentano una presenza importante per tutta la Basilicata – ha detto in proposito Romano – e anche se Barilla sta assottigliando l’occupazione storica con incentivi alla pensione per circa 50 dipendenti, tuttavia l’azione che dovrà seguire è necessariamente una riattualizzazione della sua presenza con altri investimenti, per riposizionare lo stabilimento in termini di occupazione e produzioni, cosa che è nelle sue corde e possibilità. Il percorso da emulare è quello realizzato in Ferrero: grazie alla ricucitura delle relazioni industriali nel 2017 firmammo un accordo che ci consentì di rientrare da 40 esuberi avviando nuove produzioni e investimenti, e ad oggi lo stabilimento vanta personale raddoppiato e prodotti che destagionalizzano e travalicano i confini nazionali”. Consolidata, infine, l’azione della federazione cislina contro lavoro nero e caporalato: “Tra i tanti impegni – ha detto Romano – abbiamo anche sottoscritto i protocolli per istituire le sezioni territoriali di Potenza e Matera della Rete del lavoro agricolo di qualità, per cui contiamo di promuovere un tessuto di aziende agricole che garantisca la qualità del lavoro e dei prodotti, valorizzando il capitale umano e promuovendo il benessere dei territori”.
Ai lavori è intervenuto anche il Segretario generale della Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo, che ha richiamato l’attenzione sul tema della sostenibilità: “È un tema che interroga direttamente la visione che vogliamo avere del futuro: nel patto sociale proposto dalla Cisl – ha spiegato il sindacalista – la sostenibilità ambientale e sociale è uno dei pilastri di una nuova stagione di sviluppo economico che significa per noi anche un avanzamento sul terreno delle conquiste e dei diritti sociali. Non possiamo pensare di governare la transizione ecologica senza nuovi strumenti per gestire le transizioni occupazionali che in futuro saranno sempre più frequenti, per questo dentro il patto sociale deve esserci un rinnovamento degli ammortizzatori sociali nel senso della universalità e più efficaci politiche attive del lavoro. Questi stessi principi – ha concluso Cavallo – ispirano il Manifesto per il lavoro che abbiamo presentato in modo unitario alla giunta regionale per dare sostanza al confronto sul piano strategico regionale: ci aspettiamo un confronto vero sulle priorità strategiche legate al Pnrr e alla nuova programmazione dei fondi europei nella consapevolezza che disperdere tali opportunità significherebbe consegnare la Basilicata alla marginalità economica e sociale”.
Oltre a delegati, operatori e dirigenti, sono intervenuti anche rappresentanti di altre sigle sindacali e delle istituzioni locali e regionali. I lavori si sono conclusi con l’intervento del Segretario generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota, che ha sottolineato tra gli obiettivi principali quello di una giusta remunerazione per tutta la filiera agroalimentare: “Oggi l’intero settore vale 538 miliardi, un quarto del Pil nazionale, ma occorre aumentare la catena del valore, guardando non solo a produzioni agricole di eccellenza ma anche a una trasformazione alimentare virtuosa, capace di produrre posti di lavoro stabile e ben contrattualizzato”, ha detto. Al centro del suo intervento, le opportunità offerte dal Pnrr per colmare i divari sociali, territoriali e infrastrutturali: “Questo è il tempo della rigenerazione della società e dell’ambiente – ha detto il leader della Fai Cisl – invece continuiamo a consumare 50 km quadrati l’anno di suolo agricolo tra cementificazione selvaggia e pannelli fotovoltaici: una strada sbagliata che contraddice i principi di una vera transizione ecologica dove gli investimenti possano essere orientati a rigenerare i tessuti urbani, connettere i territori, costruire una società più equa, dunque serve una gestione partecipata e concertata affinché ogni euro speso si traduca in occupazione, qualità della vita, tutela ambientale”.