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“Il Governatore Bardi – che da cinque mesi continua a gestire ad interim il settore Politiche Agricole – senza ulteriori indugi attivi il piano di contrasto, gestione e controllo dei cinghiali nella nostra Regione, tanto più dopo la nuova normativa nazionale che ha introdotto nuove misure di gestione della fauna selvatica demandando compiti e funzioni alle Regioni”.
A sollecitarlo è il Comitato esecutivo di Cia-Agricoltori che per l’ennesima volta torna a richiedere interventi urgenti e mirati per contenere la pressione faunistica presente sui territori:
“Cia continua a raccogliere segnalazioni da Agricoltori dalla Montagna Potentina, Marmo-Melandro, Val D’Agri, Senisese, Collina Materana sino al Metapontino. Nessuna area è immune da danni e aggressioni alle colture e alle produzioni valori incalcolabili.
Situazione ancor più complicata in particolare nel settore zootecnico che oltre la totale distruzione di interi areali in particolare di mais e foraggi deve sottostare a forme speculative per l’approvvigionamento del bestiame.
Siamo difronte a veri e propri drammi economici in particolare nelle aree interne e montane con livelli di abbandono o ridimensionamenti delle attività agricole e di allevamento mai registrati nel corso degli ultimi decenni nella nostra Regione.
Se a tutto questo aggiungiamo i danni provocati a mezzi e auto oltre a diffusi e imprevedibili pericoli che in ogni comune e territorio possono manifestarsi e il potenziale rischio di natura sanitaria che si e già manifestato in altre parti del paese appare del tutto evidente che sia il caso di procedere a misure d’emergenza. Quelle stesse misure concordate in precedenza al Tavolo Verde e bloccate al Dipartimento Politiche Agricole.
Il settore agricolo merita attenzione e rispetto essendo un comparto utile e centrale nella nostra Societa’; per questa ragione servono atti e cose concrete; basta con i propositi e i rinvii.
Siamo difronte a criticità che vanno concretamente affrontate e risolte altrimenti non possiamo far altro che leggere bollettini relativi a dati di una Basilicata sempre più povera e con meno abitanti.
Alle aggressioni e alle perdite di prodotti si devono aggiungere forme di speculazioni di mercato in quanto in molti casi e persino difficile approvvigionarsi da terzi e quando ciò avviene i costi sono esorbitanti in particolare per le materie e prodotti per alimentare bestiame.
Veri e propri drammi economici in particolare nelle aree interne e montane con livelli di abbandono o ridimensionamenti delle attività agricole e di allevamento mai registrati nel corso degli ultimi decenni nella nostra Regione.
Se a tutto questo aggiungiamo i danni provocati a mezzi e auto oltre a diffusi e imprevedibili pericoli che in ogni comune e territorio possono manifestarsi e il potenziale rischio di natura sanitaria che si e già manifestato in altre parti del Paese appare del tutto evidente che è il caso di procedere a misure d’emergenza.
Quelle stesse misure concordate in precedenza al Tavolo Verde e bloccate da troppi mesi al Dipartimento Politiche Agricole.
Il settore agricolo merita attenzione e rispetto essendo un comparto utile e centrale nella nostra Societa’; per questa ragione servono atti e cose concrete; basta con i propositi e i rinvii.
Le criticità vanno concretamente affrontate e risolte altrimenti non possiamo far altro che leggere bollettini relativi a dati di una Basilicata sempre più povera e con meno abitanti”.