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Tiene banco la questione molluschi a Pisticci: dopo il si della Regione e il no del Comune di Pisticci, la parola passa a chi gestisce questa tipologia di impianti. Da quanto si apprende dal blog del sempre attento Filippo Mele, la replica arriva direttamente dal dottor Arturo Bianco, rappresentante della società cooperativa coop bianco mare - alto ionio di Corigliano-Rossano
E' difesa totale da parte del rappresentante della società cooperativa coop bianco mare - alto ionio di Corigliano-Rossano: "le nostre strutture non si vedranno dalla spiaggia, non impatteranno con le attività del porto degli argonauti e serviranno da ripopolamento a favore della pesca locale. Abbiamo la valutazione di impatto ambientale favorevole. Le cozze depurano. Perché non facciamo l’impianto a Corigliano? Perché c’è già. Venite a vedere il nostro mare azzurro, limpido e depurato!"
“Egregio dott. Filippo Mele,
dopo la lettura del suo articolo in merito alla contrarietà dell’ente locale e di alcuni rappresentanti di categoria (operatori della pesca e balneari), il sottoscritto Dott. Arturo Bianco, in qualità di rappresentante del soggetto proponente nonché tecnico progettista dell’impianto di molluschicoltura per la produzione di cozze, mi preme fornire ai lettori informazioni necessarie a formulare un giudizio sull’argomento che potrebbe evitare, come fatto dai partecipanti all’incontro al quale lo scrivente, non è stata invitato, di assumere posizioni di natura aprioristica.
Alla famiglia dei molluschi appartengono le vongole, le cozze, i fasolari, le telline, oltre ai cefalopodi, quali calamari, polpi e seppie, tutte autoctone dell’area geografica di cui trattasi; il progetto proposto fonda la sua sostenibilità sulla vocazione naturale dell’habitat in cui è stato localizzato e prevede la produzione di cozze autoctone senza alcun inserimento di seme alloctono nell’assoluto rispetto dello stesso habitat.
La proposta progettuale è stata preceduta da studi e monitoraggio del paraggio ambientale marino interessato ed in particolare per i mitili: la qualità delle acque ed ai suoi parametri chimico-fisici, la salinità, la temperatura, i livelli di nutrienti, l’ossigeno; per la scelta della tipologia di impianto: la batimetrica di ancoraggio, le correnti, alle condizioni meteo climatiche.
L’analisi dei dati innanzi citati ha certificato la fattibilità dell’impianto ed ha determinato la scelta di tipo di impianto da realizzare (long line) che rispetta, per il metodo di produzione, per i materiali impiegati, per l’incidenza con l’habitat, i valori di sostenibilità prioritari per il contesto ambientale così come certificato dal parere favorevole di V.INC.A. (Valutazione di Incidenza Ambientale) rilasciata dall’Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata.
MI preme inoltre sottolineare che il progetto nasce su imput della stessa Regione Basilicata che con la pubblicazione di bando specifico della programmazione dei fondi Feamp per la pesca e l’acquacoltura ha inteso incentivare la realizzazione di impianti del tipo proposto così come avviene da decenni in tante altre Regioni ed a riprova di ciò il progetto è stato oggetto di finanziamento pubblico dei fondi regionali innanzi richiamati ad oggi revocato per la scadenza dei termini in quanto i tempi per l’iter approvativo della V.Inc.A. oltre a quelli necessari per il rilascio della concessione demaniale dello specchio d’acqua interessato non hanno consentito l’accesso al finanziamento a dimostrazione che tutto l’iter, prima della approvazione definitiva, è stato attentamente valutato in ogni suo aspetto.
Le posizioni ostative assunte in maniera gratuita non giovano ad una visione globale di Blue Economy verso la quale la Regione Basilicata muove i suoi primi passi e pertanto rimane fondamentale il confronto, al quale lo scrivente è sempre disponibile, al fine di rendere convergenti gli interessi ambientali, economici e sociali delle comunità costiere; Riporto di seguito la mia mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. alla quale a cui qualsiasi cittadino o parte sociale interessata potrà contattarmi per avere confronto sul tema in un’ottica costruttiva a tutela di tutti gli interessi delle parti interessate ed in primis dell’habitat marino, bene unico e non riproducibile”
Fonte blog Filippo Mele