Mercoledì, 20 Novembre 2024

Conferme alla guida di Confcooperative Basilicata

Sabato, 03 Febbraio 2024

La dodicesima assemblea congressuale di Confcooperative Basilicata, tenutasi all’Hotel Bouganville di Picerno, ha confermato la presidenza di Giuseppe Bruno. Il Consiglio regionale a seguito delle elezioni risulta composto da venti consiglieri che rappresentano i settori, le province, genere e generazioni. Sono: Badursi Andrea, Mongiello Laura, Laguardia Laura, Troia Donato, Carriero Andrea, Costa Mariarosaria, Lapadula Michele, Candela Antonio, Percoco Annalisa, Santantonio Andrea, Plati Michele, Ambrosecchia Cosimo, Assunta Santopietro, Basentini Ettore, Beneventano Michele, Ielpo Emanuela, Stolfi Sara, Surano Lucia, Marino Antonio, Lapolla Domenica.

Un momento importante per tutta la regione: «la Basilicata è terra di cooperative e di cooperatori da sempre - ha ricordato il presidente Giuseppe Bruno nella sua relazione - contiamo infatti oltre 25 cooperative attive ogni 10.000 abitanti, contro le 13 cooperative ogni 10.000 abitanti in Italia».

Un modello di impresa che permea l’economia regionale. «I dati Istat confermano la forza del movimento cooperativo nel generare occupazione non solo in ambito agricolo, ma anche nell’ambito del settore sociale e sanitario: il 41,8% del totale degli addetti del settore privato è occupato in una cooperativa, con punte dell’87% nel comparto dell’assistenza sociale residenziale e dell’89% nel comparto dell’assistenza sociale non residenziale». Ha puntualizzato il presidente Bruno. «Nel settore dei servizi di vigilanza, portierato e guardiania la quota di occupati nelle cooperative in Basilicata raggiunge il 54% del totale. Nei servizi di pulizia e sanificazione la quota di addetti in cooperativa è pari al 25% del totale degli addetti nel comparto»

Su due punti la cooperazione lucana ha un impatto particolarmente significativo, che sinteticamente è stata riassunta con due “G”: genere e geografia. «La cooperazione lucana è donna – ha dichiarato Bruno - quattro cooperative su dieci sono femminili nella cultura e tempo libero e nell’istruzione e formazione. La Basilicata è la quinta regione in Italia per incidenza di cooperative femminili sul totale delle attive. La maggioranza assoluta degli occupati, il 62,3% del totale, è donna». Il secondo punto è rappresentato dall’importanza delle aree interne per la cooperazione lucana, il presidente Bruno infatti ha aggiunto: «Confcooperative Basilicata non ha abbandonato i territori fragili, anzi è proprio lì che aumenta la sua presenza: Il 71% delle nuove cooperative iscritte è localizzato in comuni di aree Interne, a testimonianza del ruolo della cooperazione di Confcooperative nel sostegno dei territori fragili. In particolare, il 74% delle cooperative aderenti è localizzato in aree Interne. Mentre il 43% delle cooperative insiste in aree definite “Periferiche” e “Ultraperiferiche”». 

Imparare dal passato per costruire il futuro. Ha infatti ricordato Bruno: «in questi anni siamo stati travolti inaspettatamente da eventi imprevedibili, come la pandemia, le guerre alle nostre porte, e abbiamo immaginato un’uscita migliore: essere più coesi». Ora Confcooperative Basilicata guardare al futuro con impegni precisi: «dobbiamo continuare ad essere semi di speranza e di unione nelle nostre comunità. La fase che abbiamo ci ha insegnato insegnato, una volta per tutte, che vanno rafforzate, anche in fase di co-progettazione, politiche di partnership tra pubblico e privato, in grado di valorizzare l’apporto di tutte le competenze e delle forze economiche e sociali». Anche nel rapporto con le istituzioni sono stati definiti i prossimi tavoli su cui lavorare. Così il presidente Bruno: «non sono più rinviabili alcuni interventi che ad oggi impediscono la piena attuazione della legge quadro regionale sulla cooperazione, la L.R. n. 12/2015. Va adottato il regolamento delle cooperative di comunità da parte della Giunta regionale come stabilito dall’art. 12 comma 5. Questa forma di cooperativa ha dimostrato di essere il modello di impresa più resiliente nelle aree in cui gli indicatori demografici ed economici sono esplicativi di un disagio sociale, dove quindi è necessario creare i presupposti per presidiare il territorio e salvaguardare le comunità».

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