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L’emergenza cinghiali nella città e nella provincia di Matera, va affrontata mediante un lavoro di squadra, che parta dalle direttive nazionali in materia di controllo della fauna selvatica, con ruoli e competenze ben definiti di Regione, Provincia, Comuni, Azienda sanitaria materana ed Ente parco della Murgia materana, oltre alle forze dell’ordine.
E’ quanto emerso dal vertice tenutosi stamane in prefettura, convocato dal prefetto Cristina Favilli, che ha accolto la richiesta del sindaco di Matera Domenico Bennardi per la presenza pericolosa di cinghiali in città. «C’è stato un confronto molto articolato sui numeri complessivi degli ungulati in circolazione, oltre che sul tasso di incidentalità che interessa soprattutto le arterie provinciali e statali limitrofe alle aree protette, oltre che negli ultimi tempi anche alcune città (ultimo caso la notte scorsa a Policoro). -ha commentato Bennardi - A Matera c’è un problema di invasione degli spazi urbanizzati da parte dei cinghiali; si è parlato delle risorse da mettere in campo per le Riserve provinciali, dove pare che questi animali si rifugino per non essere cacciati e uccisi. Uno dei temi discussi, oltre al controllo selettivo che sta già avvenendo in tutta la regione, è quello di dotare Comuni e Provincia di gabbie per la cattura nelle aree protette e nei perimetri urbani dove la caccia non è possibile, rispetto alle quali però si pone un problema importante di gestione efficace, continua e professionale che i Comuni non possono garantire con personale proprio. C’è anche la criticità dei selettori biologici, che non possono svolgere il proprio ruolo solo su base volontaria. Nel complesso sono soddisfatto anche per la presenza dell’assessore regionale - conclude Bennardi - ringrazio il prefetto per la sua grande sensibilità, ma soprattutto per il suo approccio pragmatico come conferma la riconvocazione del tavolo già fissata a fine aprile, quando cercheremo di fare il punto sulle azioni messe in campo dalla Regione con ulteriori stanziamenti, e dall’Ente parco che ha già installato undici gabbie per la cattura nel proprio perimetro di competenza»