Editore Associazione Culturale Mp3. P.IVA 01187270770
Registrato presso il Tribunale di Matera n. 4/2009
Direttore Responsabile Roberto D'Alessandro. Webmaster Vittorio Ricchiuto
+(39) 328 447 4326
redazione@pisticci.com
Il clan Schettino non è mafia. E’ quanto stabilito nella sentenza della Corte d’Appello di Potenza che ha assolto dall’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso tutti gli imputati del processo “Ruska” che, al Tribunale di Matera, si era concluso con la condanna.
Il Tribunale del Riesame di Potenza ha scarcerato Giuseppe Schettino, figlio del boss di Scanzano Jonico, Gerardo. Schettino, arrestato nel 2019, era stato condannato in primo grado lo scorso giugno a 20 anni e 6 mesi di reclusione nell'ambito del processo “101 bis”, sugli affari del clan nel metapontino.
Ancora un rinvio nel processo in corso a Matera a carico di 25 persone accusate di far parte del clan Schettino, il gruppo criminale di Scanzano Jonico dedito al traffico e spaccio di droga ed estorsioni nel Metapontino.
Sarebbe dovuta arrivare ier la sentenza di primo grado al processo a carico di presunti affiliati al clan Schettino di Scanzano Jonico. Nell’udienza di ier mattina, al tribunale di Matera, i due difensori del presunto boss, Gerardo Schettino, assenti in aula, hanno fatto pervenire un certificato medico. A darne notizia la Tgr Basilicata in un servizio andato in onda nel telegiornale delle 14;00 di ieri.
Condanne per un totale di circa 200 anni di reclusione sono state chieste dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Potenza Anna Gloria Piccininni, nell’ambito del processo su un’operazione del 2018 contro il clan Schettino, operante nel Metapontino. Il pubblico ministero ha tenuto ier la requisitoria, che è durata oltre quattro ore, davanti al Tribunale di Matera. Il 4 ottobre 2018 le forze dell’ordine arrestarono 25 persone (12 in carcere e 13 ai domiciliari). In particolare, la condanna più alta (a 28 anni di reclusione) è stata chiesta per Gerardo Schettino, un ex carabiniere, ritenuto dagli investigatori dell’antimafia lucana a capo del clan. In totale sono 16 le richieste di condanna (la più bassa a quattro anni di reclusione), mentre un’assoluzione è stata chiesta dal pubblico ministero per prescrizione. Il processo è stato aggiornato al 19 maggio, con un calendario di udienze già fissato fino al 6 giugno prossimo.