Venerdì, 22 Novembre 2024

Bardi continua a tergiversare senza visione ed idee chiare, con un’ansia di prestazione che lo espone ad enormi contraddizioni ed incoerenze che stanno creando enormi danni.

Piuttosto che stare a polemizzare sulla giusta e opportuna strada della decarbonizzazione del settore dei trasporti, avrebbe già da tempo dovuto rimboccarsi le maniche e guidare verso un nuovo assetto sostenibile il sistema produttivo lucano.

Il tempo perso sta avvicinando sempre di più un orizzonte denso di nubi per una regione già di per sé debole per ragioni storiche. Perché il posizionamento sul fossile della Basilicata è una condanna inevitabile, che non dipende da un voto in Parlamento Europeo ma da una necessità ormai impellente che nessuno più nega. Gli obiettivi stringenti sono necessari perché non abbiamo più tempo. E rammarica che ci sia ancora qualcuno che fa finta di non capire perché direttamente o indirettamente legato al mondo fossile.

L’ansia da prestazione di Bardi invece si manifesta ormai in una proliferazione di comunicati vuoti di poche righe, di riferimenti generici, numeri sbagliati e in totale contraddizione tra loro.

Stellantis ha pianificato una transizione su Melfi verso una produzione di modelli totalmente elettrici.  Lo ha fatto da tempo e ben prima del voto del Parlamento Europeo.

Ma al momento continua a produrre modelli tradizionali e ibridi. e lo farà almeno fino al 2024. Modelli che stanno oggi provocando una riduzione notevole della forza lavoro diretta, attraverso un migliaio di licenziamenti incentivati, ed indirettamente sull’indotto tagliando su una serie di servizi e di attività logistiche legate all’attuale assetto e non certo a quello futuro. 

Non si vuole comprendere o forse più probabilmente non si vuole dire, che è l’attuale modello fossile ed endotermico ad essere stracotto e non ha più valore da aggiungere.

Per il semplice motivo che l’automobile come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi non esisterà più. E la crisi di forniture continuamente denunciata a Melfi e che condanna a ritmi schizofrenici i lavoratori è la dimostrazione di come il valore si sia spostato in altri segmenti. Segmenti tutti da esplorare e dagli spazi enormi che vanno però incentivati in un nuovo eco-sistema che necessita però di una visione chiara. Non serve né un raffazzonato Piano Strategico Regionale tutto centrato sul fossile né operazioni spot schizofreniche.

E nell’assenza di ogni possibile riflessione più profonda appare sempre più evidente l'unica vera bussola dell’azione di questo governo. Avvantaggiare le fonti fossili, sperperando le ultime risorse.

C’è da dire che Bardi finalmente punta il dito verso l’uragano in arrivo, purtroppo però incolpando le necessarie misure di cambiamento  energetico anziché con serietà fare proprie le analisi di allarme climatico della stragrande maggioranza degli scienziati.

L’uragano che ormai tutti vedono dovrebbe portare a fare la cosa più banale, economicamente sensata e moralmente giusta, ovvero la creazione di un fondo di investimento valorizzando al vantaggioso prezzo di oggi anche i flussi futuri di gas per finanziare strutturalmente la transizione del settore residenziale, dei trasporti ed agricolo

 

Ed invece, Bardi, continuando la serie delle sue contraddizione decide di puntare sul dare il gas gratis alle famiglie. Ovviamente non sarà completamente gratis ed ovviamente solo per il tempo che l’uragano spazzi via la Basilicata.

Non c’è tempo da perdere per il Pianeta, e ancor meno per la Basilicata. L’unica azione coerente sono le dimissioni

Così in una nota Francesco Pietrantuono, coordinatore programma Europa Verde e Pino Digilio,  coordinatore regionale Europa Verde

La lettura dei dati del monitoraggio pubblicati da ARPAB evincono allarmanti e significativi scostamenti rispetto alle soglie previsti per legge. La non conformità riguarda la presenza di una quantità rilevante di manganese, idrocarburi disciolti o emulsionati e un tasso rilevante di ossigeno disciolto.

Il centro destra ha avuto il coraggio di usare, per fini elettorali, la questione delle proroghe delle concessioni demaniali marittime, prendendo in giro decine di operatori, sapendo che le evidenze pubbliche non erano più rinviabili.

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