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Segue nota stampa di Viviana Verri, Alessia Araneo, Consigliere regionali M5S Basilicata:
Con i voti contrari della maggioranza è stata respinta, durante il Consiglio regionale dello scorso 11 febbraio, la proposta di legge dei partiti di opposizione, a prima firma del Movimento 5 Stelle, volta a ridurre l’indennità di carica dei consiglieri regionali e le spese per il personale dei gruppi consiliari, superando gli incrementi apportati dalla legge n. 22 approvata dalla maggioranza il 2 agosto.
La nostra proposta di legge, in particolare, prevedeva il ripristino del vincolo di 1/3 delle spese di esercizio del mandato (pari ad euro 1.950) per l’instaurazione di rapporti di collaborazione e la riduzione da 75.000 a 53.300 euro del limite di spesa per il personale dei gruppi consiliari. Dai banchi della maggioranza, unanime è stata la censura del nostro provvedimento frutto, a loro dire, di un’iniziativa politica nata soltanto da una “percezione” distorta offerta ai cittadini sui costi della politica.
Facendoci promotrici con tutta l’opposizione della norma anti-aumenti abbiamo voluto innanzitutto aprire una seria riflessione sui costi della politica, auspicando un ripensamento della maggioranza sia alla luce dei possibili profili di censura da parte della Corte dei Conti, ma soprattutto per dare un segnale, in un momento storico di grave crisi economica ed occupazionale e dopo la stagione di “Rimborsopoli”, che è ancora in questi giorni agli onori delle cronache lucane, che il Consiglio regionale ha ben chiare quali siano le priorità. Invece la maggioranza di centrodestra al governo di questa Regione ha preferito blindare gli aumenti sulle indennità e non aprire neppure la discussione sui sottosegretari frettolosamente istituiti dalla giunta lo scorso 8 novembre, modificando lo Statuto regionale (manca forse la quadra sui nomi?).
Sullo sfondo restano, come sempre, i problemi dei lucani, dalla mozione Stellantis alla discussione sul Piano strategico regionale e sulla Sanità, rinviati di mese in mese per la costante assenza del Presidente Bardi e, si spera, oggetto della prossima seduta consiliare.
Attendiamo con ansia anche la discussione della nostra proposta di legge sull’istituzione degli strumenti di partecipazione democratica (referendum, petizioni popolari, proposte di legge), invocati a gran voce oggi dai sindacati proprio per consentire ai cittadini di lanciare un segnale concreto contro i costi della politica.
E’ palese ormai il tentativo di questa classe politica di autoassolversi dalle proprie responsabilità in merito alla disconnessione, ormai conclamata, con i cittadini. Tale distacco non è altro che il risultato di anni di atteggiamenti inopportuni, consolidatisi all’interno di un sistema chiuso che ha determinato, e continua a determinare, un marcato sotto-sviluppo.
Rispetto a queste dinamiche il tema dei costi della politica non fa che aumentare il divario tra amministratori e cittadini e richiederebbe un’immediata e decisa risposta politica che, però, ieri non c’è stata.