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Una festività tutta da ricordare, quella della Santa Pasqua 2023 a Pisticci. Innanzitutto per il ritorno alla normalità e senza limitazioni di sorta, dopo la pandemia, che ha stravolto regole e usanze anche nella celebrazione dei riti della settimana santa.
Settimana santa che finalmente è tornata nella sua memoria, cultura e tradizione e che per noi ha un valore fortemente simbolico, quello della “passione” che è espressione di una bellezza della nostra terra, con tutta la suggestione dei riti religiosi che l’accompagnano da tempi immemorabili.
Tra i riti della Settimana Santa, quello che ogni anno si celebra in tutto il nostro territorio, da Pisticci centro allo Scalo, a Tinchi, Centro Agricolo, Marconia e Casinello, è senz’altro tra i più suggestivi e ammirati della Basilicata, con l’appuntamento più atteso che è quello della processione dei Misteri, che per noi rappresenta un momento unico della vita cittadina. Un legame, quello tra i riti religiosi e la nostra comunità, che si manifesta nella sua bellezza più profonda, con la partecipazione di migliaia di fedeli che il pomeriggio e sera del venerdi santo, seguono il feretro di cristallo di Gesù morto, la statua della Madonna e gli altri simulacri delle varie parrocchie.
Un rito espressivo parecchio sentito dal nostro popolo che mai vuole mancare ad un appuntamento importante ricco di fede e tradizione popolare.
Anche quest’anno, un bagno di folla ha seguito e assistito alla processione dei Misteri con il suo lento, mesto corteo accompagnato dalla banda Città di Pisticci del Maestro Mariano Pastore, che, tra l’altro, non ha fatto mancare le note di una delle più belle marce funebre che si conoscono, “Una lacrima sulla tomba di mia madre”.
La lunga processione si è sciolta a tarda sera in Piazza Umberto, gremita di fedeli, con la presenza di don Michele Leone, dei Parroci don Rosario Manco, don Mattia Albano, e don Antonio Di Leo a cui, quest’anno è toccato il compito di chiudere la serata con un dovuto ringraziamento al popolo pisticcese presente al rito, non mancando di sottolineare l’importanza dell’avvenimento, ma anche, per l’occasione, il ruolo dei parroci nella preparazione e gestione dei riti santi nella nostra città.
Ovviamente, anche nelle altre zone del territorio, sono stati celebrati i riti della settimana Santa (a Marconia don Filippo Lombardi e don Franco Laviola, allo Scalo don Giuseppe Di Tolve e a Tinchi don Antonio Lopatriello), a testimonianza di come qui, fede e religiosità siano sentimenti ben radicati e sempre forti.
La settimana santa si è conclusa con in grandi momenti di riflessione e soprattutto di preghiera durante il silenzio liturgico del sabato, la messa della resurrezione e i partecipatissimi riti del giorno di Pasqua.
A Pasquetta, giornata così, così, piuttosto nuvolosa e freddina, anche con la presenza di numerosi turisti a bordo di due corriere, che ha ugualmente onorato una antichissima, piacevole tradizione culinaria, con l’attesissimo “mezzogiorno di…cuoco”, nei ristoranti e pizzerie del centro, dell’agro e dei vari luoghi marittimi e montani della regione, ma anche a casa. La primavera, anche quest’anno tarda ad arrivare, ma la cosa certamente non ha scoraggiato i vacanzieri del “lunedì dell’Angelo”.
Michele Selvaggi