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Erano i giorni di fine ottobre di tanti anni fa, (28 ottobre 1945), con il conflitto bellico appena terminato, ma con notevole tensione politica nella nostra città.
Un episodio di una tranquilla giornata conclusosi tragicamente con la morte del giovane Andrea (Ninuccio per gli amici) Santamaria. Teatro del delitto, la piazza S. Rocco dove era in attesa di partire verso Roma con la sua famiglia, l’Avvocato Alessandro Bruni, esponente repubblicano già sindaco di Pisticci dove aveva appena concluso il mandato di Commissario Prefettizio. Un episodio drammatico e doloroso, con risvolti penali, che dettero via libera ad un processo che fece epoca e che – come ci ricorda lo storico Giuseppe Coniglio autore di un libro sull’avvenimento (Il processo Bruni) – “calamitò l’attenzione di studiosi, docenti universitari, stampa regionale e nazionale.
Avvenimento di grande rilevanza, il primo processo incentrato sul concetto di delitto politico sul quale si cimentarono i più illustri civilisti e penalisti dell’epoca – Sotgiu, Ungaro, Cerabona, Capalbo, Pistolesi, Alfredo De Marsico il principe del foro di Napoli, e poi Santoianni, Botti, Morlino e Limoncelli, seguito con attenzione dal Comitato centrale del Partito Repubblicano che considerava Alessandro Bruni, uno dei principali sostenitori e animatori della Lucania. Un processo che si avvalse anche della testimonianza dell'on. Pacciardi, allora segretario nazionale del Partito Repubblicano e dell'on. Spataro, Sottosegretario agli Interni”.
I fatti: tutto avvenne nel pomeriggio di quella domenica, in piazza Plebiscito, dove appunto, l’Avv. Bruni era in attesa di partire. Il tutto si consumò in pochi minuti, in seguito ad una rissa in cui rimase gravemente ferito il giovane Santamaria che, prima di spirare all'Ospedale di Matera, fece i nomi di coloro che avrebbero preso parte ai disordini, senza precisare chi lo avesse materialmente colpito con coltello. Dopo rapide indagini vennero arrestati 7 esponenti del Partito Repubblicano pisticcese, in qualità di partecipanti e l'avvocato Bruni, responsabile del Circolo Repubblicano “G. Bovio”, quale mandante
Il processo di primo grado si svolse presso la Corte d'Assise di Potenza, che emise sentenza di colpevolezza per tutti gli imputati, che ricorsero in Cassazione che a sua volta annullò il provvedimento, rinviando il processo alla Corte d’Assise di Napoli. Prima udienza il 14 novembre 1947 che subito scatenò polemiche per le motivazioni e i risvolti di natura socio/politica. Una eventuale sconfitta di Bruni, avrebbe decretato il suo definitivo ritiro dalla scena politica. I suoi avversari non aspettavano altro che la sua condanna per disfarsi di un avversario scomodo. Tutti gli imputati – ricorda Coniglio - dichiararono la propria innocenza asserendo che la loro presenza in piazza era solo quella di radunarsi li, per salutare Bruni in partenza per Roma. Bruni, nel corso del suo lungo interrogatorio, rievocò la sua lunga attività politica e i principali obiettivi della sua amministrazione intese a migliorare le disagiate condizioni dei lavoratori, azione - secondo lo stesso - ostacolata da alcuni agrari del posto. La sentenza l'11 dicembre 1949 che confermò quanto già emesso a Potenza. Tutti gli imputati condannati ad anni 6 e mesi 8 di reclusione, con 3 anni condonati. Successivamente, la Cassazione accolse in pieno il ricorso con la tesi difensiva del prof. De Marsico, annullando la sentenza di Napoli, riconoscendo il movente politico del delitto, applicando l'amnistia e ordinando la scarcerazione dei detenuti.
“Il lavoro del prof. Coniglio – spiegava l’On. Nicola Cataldo – nella presentazione dell’opera – merita apprezzamento per l’approfondita analisi dei fatti e per la ricostruzione storica degli stessi”.
Analizzando poi il momento politico del dopoguerra, in particolare quello della preparazione alle comunali del 1952, Cataldo precisava che “fu Bruni ad autoescludersi dalla vita politica pisticcese, con un manifesto, poi, simpatico tutto sommato, che riconosce la funzione della nuova dirigenza comunista, quando scrive “Torna a scuola piccolo Colino”. Ovviamente, il riferimento era proprio al giovane Nicola Cataldo, all’epoca, astro nascente del PCI locale. Alessandro Bruni, nato il 1.12.1876, era stato sindaco di Pisticci dal 1914 al 1915, dal 1920 al 1922 e dal 9.5.48 al 30.11.49, ricoprendo anche la carica di Commissario Prefettizio dal 19.5.45 al 30.9.45.
Un messaggio il nostro, rivolto soprattutto a chi questa storia non la conosce ed in particolare alle nuove generazioni.
Michele Selvaggi