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Da sempre, le amministrazioni comunali, durante il loro mandato, si sono caratterizzate soprattutto, grazie alla realizzazione di opere importanti che lasciano il segno e in futuro vengono sempre ricordate. La nostra città, durante le amministrazioni del dopoguerra, può ricordare, tra le più recenti, innanzitutto la Galleria “San Rocco”, inaugurata nell’aprile del 2002. Opera imponente che ha permesso e permette di raggiungere la valle in pochi minuti, a fronte di un percorso tortuoso di oltre 50 curve tra la zona di Pozzitello e l’abitato.
Al tunnel, possiamo aggiungere il Parcheggio Multipiano e l’ex Palazzo Ufficio Entrate (poi destinato ai Carabinieri e di cui non si è saputo più nulla), con la demolizione di Palazzo Durante dopo il sisma dell’80.
A tutto questo va ricordata la sopraelevazione della Scuola Elementare e del Palazzo municipale di P.zza Umberto negli anni 50-60.
Importanti opere inoltre, quelle dopo la frana del 76, tra cui la Villa Comunale, i campi di calcetto, il PalaSergio, il Circolo Tennis, opera moderna ammirata da tutti, che ha ospitato tornei a carattere internazionale, il grande piazzale sotto il rione Croci e la circonvallazione che unisce il rione Dirupo al resto dell’abitato. E poi, la realizzazione di sedi scolastiche, come la Scuola Media del rione Piro (anni 50) e la costruzione della grande struttura del “Giustino Fortunato”.
Tante anche le opere, come strade, piazze e scuole realizzate a Marconia, Tinchi e Centro Agricolo, e quella più importante come l’Ospedale Civile di Tinchi, struttura per decenni all’avanguardia, che ha salvato tante vite umane, prima della sua “assurda” chiusura di qualche lustro fa.
Tutto questo, solo per fare il punto sulle cose più importanti realizzate a Pisticci nel dopo guerra, che portano la firma di diversi primi cittadini alla guida della Amministrazione e che comunque hanno sempre lasciato il segno.
Tutto ciò, è solo una puntualizzazione sul discorso oggetto di questo nostro articolo e che, in sostanza, vuole essere una segnalazione per quello che ancora diremo. Una idea la nostra, che, se realizzata, potrebbe significare la nascita di una opera unica nel suo genere e soprattutto moderna a vantaggio della comunità e di quanti amano la natura e girare all’aperto sulle due ruote.
Parliamo di una lunga pista ciclabile che potrebbe essere realizzata sul tracciato della ex Ferrovia Calabro Lucana, dismessa dagli anni 70. Struttura viabile della larghezza di una decina di metri, con partenza dalla ex stazione dello Scalo, toccando l’area di Pozzitello, quella sottostante la discarica, la zona ex “Baracconi” ed ex “DI-BI”, il ponte sul Cavone, il territorio del Comune di Craco Peschiera e, se si volesse andare oltre, fino alla zona “Frascarossa” nel Comune di Montalbano Ionico, naturalmente coinvolgendo anche i comuni di quei centri per la parte che concerne i loro territori.
Una lunga passeggiata all’aperto quindi, di oltre una decina di chilometri, più o meno pianeggianti, di una moderna, lunga struttura ciclabile in un sito con panorama bello e invidiabile, che non avrebbe uguali neanche nelle zone limitrofe della nostra provincia.
Trattasi ovviamente solo di una idea, suggerita da persone amanti della natura, che piacerebbe portare avanti e che andrebbe studiata, sviluppata, progettata e curata, attesa la enorme potenzialità attrattiva che la stessa potrebbe rappresentare. Quella della pista ciclabile, oltre che una proposta che interessa in modo particolare il mondo dei giovani, ma non solo, sarebbe anche una grande occasione per valorizzare tutta un’area a vantaggio dello sviluppo del territorio. Per quello che ci compete, oltre al contributo delle idee, altro non possiamo aggiungere. Naturalmente, con la speranza che il tutto abbia un seguito.
Michele Selvaggi