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Si è svolto domenica, l’ultimo atto della ottava edizione di “Teatro dei Calanchi”, che quest’anno ha visto in scena “Inferno”, opera scritta e diretta dal regista Daniele Onorati.
Dopo aver “incassato” uno strepitoso successo di pubblico e critica, questa mattina, lo stesso regista, supportato da alcuni componenti del suo staff, ha dovuto però constatare il furto di materiale, che gli organizzatori non avevano avuto modo di poter ancora rimuovere dall’area utilizzata per l’allestimento dell’importante kermesse teatrale. Trafugate luci ad energia solare, cavi di collegamento elettrico e del suono, nonché divelti e distrutti diversi pali che sostenevano le luci dell’aerea food.
Non è una novità subire questi furti, dicono gli organizzatori, in quanto anche negli anni passati alcuni strumenti di lavoro sono stati rubati. Al contrario degli anni scorsi però quest'anno il furto è stato decisamente più grave. Trovandosi in un luogo lontano dal centro abitato, chi ha allestito l’area, non ha avuto il tempo per poter rimuovere tutta l’attrezzatura. Invece, chi si macchiato di tal gesto ignobile, ha avuto tutto il tempo per poter raggiungere l’area e portare via con sè l’attrezzatura sopra citata.
L’organizzatore non parla tanto di danno economico (comunque cospicuo), ma soprattutto di mancanza di rispetto per gli immani sacrifici che si affrontano per allestire il Teatro dei Calanchi. Un luogo che si cerca di mantenere vergine sotto tutti i punti di vista, che si cerca in qualsiasi modo di non inquinare, ma che qualcuno ha individuato per rubare ciò che non gli appartiene. Una vergognosa bravata o un vergognoso gesto voluto, che sottolinea il microbico pensiero di queste cattive persone e tutta la loro insita ignoranza.