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La nostra storia ci riporta indietro di quasi 70 anni, per ricordare una delle più grandi nevicate del passato: quella del 1956.
Un freddo manto bianco, coprì quasi tutta l’Italia e l’intera Lucania (la Basilicata, allora si chiamava così) creando difficoltà ovunque per quasi tutto il mese di febbraio. Per noi studenti dell’Istituto Tecnico di Matera, il primo assaggio di quello che ancora doveva venire, nella Foresta di Mercadante nei pressi di Altamura, in gita scolastica la mattina del 31 gennaio. Intorno a Mezzogiorno, una copiosa nevicata, indusse il Preside Genco ad ordinare subito il ritorno a Matera da dove poi si raggiunsero le proprie sedi. A Pisticci fino a sera tardi, solo tanto freddo e cielo sereno. La sorpresa la mattina del 1 febbraio, quando mia madre mi svegliò: “Oggi niente scuola, ci sono 30 centimetri di neve”. Bella notizia quella di non andare a lezione e soprattutto l’altra della presenza di tanta neve in città. Una nevicata che non smise un attimo per tutto il giorno e i successivi. Dopo quasi due settimane di ininterrotta coltre bianca che aveva coperto città e territorio, notevoli i disagi per la popolazione alle prese con la mancanza di generi di prima necessità che scarseggiavano per via di strade ostruite dalla neve, che impedivano ai mezzi la libera circolazione per fornire gli esercizi. Parecchi negozi dopo l’esaurimento della merce, chiusero al pubblico che aveva fatto incetta di beni per paura di rimanere senza. Chiusero anche i forni, quelli a legna per mancanza di combustibile e gli altri elettrici per via della corrente che quasi sempre mancava. Si andava a letto presto, per risparmiare sulla corrente (quando c’era) e sulla carbonella dei bracieri, per le scorte che mancavano. Chiuso il Cinema e aperti alcuni bar per poche ore, ma per la intera giornata, quello storico di “Zio Orazio” in P.zza Umberto, che apriva la mattina alla 5,00 e chiudeva alle 22,00. Luogo dove comunque, potevi apprendere le notizie fresche di giornata e …nottata. Aperte le farmacie del Dr. Delfino e del Dr. Don Pasquale Galante (che era anche laureato in ingegneria).
La nevicata anche se con brevi pause, continuava incessante rendendo le strade praticamente impercorribili, con il Corso Margherita e altre principali, che si percorrevano attraverso una centrale trincea di ghiaccio e neve, alta circa un metro e mezzo. La parte più a disagio la Terravecchia, la più alta di Pisticci.
Sindaco dell’epoca l’Avv. Nicola Cataldo, che si adoperò per, quello che era possibile fare, a favore della popolazione della città e in particolar modo per le aziende isolate delle campagne, per rifornirle di generi di prima necessità e cibo per gli animali. Si andò avanti così per circa tre settimane con notizie che non sempre si potevano attingere dalle radio e dalle prime televisioni solo in casa di poche famiglie.
Il 15 febbraio, era in programma la partita di calcio Italia - Francia e gli sportivi sperarono di poterla vedere in TV nei negozi di Peppe e Filippo Pagetta e Giovanni e Luigi Viggiani . Non fu possibile nonostante l’impegno di quei tecnici a causa delle antenne piene di gelo e neve. I parroci don Paolo D’Alessandro e don Mario Florio, chiusero per diversi giorni le chiese, evitando ai fedeli di uscire di casa. Bloccate le linee automobilistiche per lo scalo e territorio e difficoltà anche per le linee ferroviarie. Il Treno rapido Taranto - Roma, non andava oltre le stazioni di Metaponto e Bernalda.
Spettacolo più che affascinante quello delle nostre spiagge innevate. Cose mai viste prima di allora per chi si era potuto spingere nei pressi della costa marina. Peccato, per quella foto che non trovo più! Il tempo migliorò solo dopo 5 -6 giorni prima della fine di febbraio, ed allora si tornò a scuola. Ma per lo scioglimento della neve, si aspettò fino alla prima settimana di marzo.
Un evento, quello della grande nevicata, che, chi lo ha vissuto, non potrà mai dimenticare, anche se sono trascorsi quasi 70 lunghi anni. Qualcosa di straordinario e, in certi versi, anche surreale.
Più tardi, quell’avvenimento che aveva interessato gran parte della nostra nazione, venne immortalato attraverso una bellissima canzone dei compositori Franco Califano, Luigi Lopez, Carla Vistarini e Fabio Cantini, che la “indimenticabile, grande” Mia Martini cantò al Festival di San Reno del 1990: “la nevicata del 56”, un successo enorme con un toccante ritornello che in chiusura di questo servizio vogliamo riproporre, pensando di fare cosa gradita, per tutti quelli che amano le cose belle. Eccolo “……… la nevicata del 56 - Roma era tutta candida - tutta pulita e lucida - tu mi dici di si - l’hai più vista così ? Che tempi quelli”.
Michele Selvaggi
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