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Sarà l’anno del ritorno della Pacchianella? E’ l’augurio, non solo dell’attivissimo Presidente dello storico sodalizio culturale e folklorico Peppino Adduci, ma di tutti noi, amanti del canto, del ballo e delle belle tradizioni antiche che la “Pacchianella” da oltre mezzo secolo porta in scena non solo nelle piazze della nostra città.
Lui, uomo di passione e di cultura, da oltre due anni, soffre, per tutte quelle negatività che hanno colpito il mondo, dal COVID alla Guerra in Ucraina, lasciando tracce di morte e di sangue un po’ ovunque.
“La forza di volontà - spiega - il desiderio di riprendere la mia vita, pur in presenza di acciacchi, hanno smosso fortemente il negativo senso dell’abbandono a me stesso, a tal punto di “risvegliare la mia mente, la mia positività”. E come mia abitudine, per attutire malinconia, malumore, e tormenti morali, mi sono cimentato con una modestissima composizione che mi auguro sia gradita. Frasi semplici, frutto, se si vuole, della mia consapevolezza di non considerarmi un poeta o uno scrittore, perdonandomi comunque, per eventuali contenuti sconnessi, errori di impostazioni o altro. Un mio grande amico Professore di elevatissimo valore culturale, ha sempre sostenuto che le “poesie” non vanno mai corrette: sono la liberazione di uno stato d’animo particolare derivante anche da spiacevoli circostanze, da libertà di pensieri, sentimenti interiori e altro. Intanto - aggiunge Peppino - a voi il mio grazie più sincero per avermi letto, con la speranza che siano condivisibili le mie rispettose esternazioni”.
Il lavoro del Presidente Adduci, composto nel segno della “Speranza, della rinascita, l’ebbrezza di rabbracciare la vita e ….tornare a vivere”.
La composizione inizia con:
“Ansia, apprensione, attesa fremente, mi attanagliano, mi incupiscono! E’ memento a non tormentarmi! E’ tempo di rivivere! Notti insonne mi rabbuiano, combatto per scacciare ombre, paure, desio ardente di dare voce ai miei sogni! Non più deserto intorno a me, solo emozioni per alleviare gli affanni del pauroso declino fisico e della veneranda età! Continui tormenti nel corso della mia esistenza! La vita è bella da vivere intensamente! L’arte dell’incontro è amore ed estasi per il Creato, è libertà, è la panacea delle disillusioni, dell’abbattimento morale! Sei ancora vitale, energico, giovane nel cuore! Possiedi vigore per i tuoi cimenti! Tutto un sontuoso patrimonio che è l’immensità dei tuoi sogni e dei tuoi progetti! Esortazione che apre uno squarcio nella mia storia, affascinante luminoso! Non posso obliare il mio passato! Sovente avvilito, vivo le emozioni della Famiglia: moglie, figli, nipoti, nuore, parenti vicini: sono il pilastro vivente, i perenni consolatori e si acuiscono rassicuranti segni della piena rinascita! Amare sé stessi è fervente prece all’Altissimo per i doni ricevuti. E’ la continuazione del tempo trascorso, è il fiore germogliante che alezza profumo inebriante della vita. Si, intendo riaffacciarmi alla finestra del mondo! Come per la famiglia, anelo rinvigorire l’opera speciale de “La Pacchianella”, la mia amata creatura. Avvenente “Donzella” ho ideato il tuo essere, mi hai ammaliato! Hai elargito spensieratezza, giubilo esaltante con i tuoi grandi Artisti! Lontano da te soffro e con animo filiale mi dai forza per rinsavire! Ridai vigore e continuo a plasmarti! Sarai sempre più permeata di bellezza accattivante, di raffinata Arte! Sei bucolica, non si può vivere senza passato e la tua opera è divulgazione delle ancestrali Tradizioni Popolari. Continua tu, inimitabile Pacchianella, fenomeno artistico e sociale ad essere il mio benefico fermento per accompagnarti lungo il fluorescente tragitto folklorico! Invecchierò, ma sarà sempre fantastico, salutare e proseguire come tua sicura guida! O Voi che leggete, siate benevoli nel giudicarmi! Sciorinare sentimenti, stati d’animo, turbamento, danno il senso della inquietudine dolente che sfocia poi in empire il vivere di speranze e di mete agognate da raggiungere. L’incrollabile Fede, la vicinanza dell’Eterno, che mi assiste nei momenti cruciali, essere attorniato da chi mi vuole bene e mi esorta, sono la spinta veemente e tangibile per ravvivarmi e riassaporare il gusto di vivere in pace e gaiezza!”.
Da parte nostra non possiamo che rendere omaggio a questo emblematico personaggio del Folk della nostra città, al suo mai venuto meno ottimismo, alla sua storica “La Pacchianella” che lui cura con “amore” da oltre mezzo secolo, con i successi che l’anno accompagnata sulle piazze di mezzo mondo.
Michele Sevaggi