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Qualche giorno fa, nella nostra comunità pisticcese, è accaduto un evento che per i nostri antenati sarebbe stato inimmaginabile, quasi un’azione empia e sacrilega: la statua dell’Immacolata Concezione è stata portata in Chiesa Madre. Non sembrerebbe poi una cosa così “grave”...
Nell’immaginario popolare di Pisticci, attivo dai tempi più remoti fino a circa un cinquantennio fa, si immaginava la Vergine “divisa in sette persone”, ognuna per le sette statue di culto allora solennemente venerate e festeggiate: erano lë settë sururë (le sette sorelle). Il numero sette è un numero ricorrentissimo nella tradizione religiosa e anche in quella popolare: sette erano i Sacramenti e sette i peccati capitali, sette erano anche le fate buone che si presentavano la sera del Battesimo religioso attorno alla culla del neonato per dargli ulteriori doni e virtù. Queste sette sorelle erano la Madonna della Sanità (o del Casale), l’Immacolata Concezione, la Madonna delle Grazie sia quella del Convento che quella che “abitava” in campagna, la Madonna del Rosario, la Madonna del Crocefisso (antica patrona della città) e la Madonna du Culummë.
Due di queste sorelle avevano litigato tra loro, ed erano proprio l’Immacolata e la Madonna del Rosario (o la Madonna del Crocefisso secondo un’altra versione della storia).
Al tempo, tutte le statue venivano portate in processione in Chiesa Madre nel giorno della loro festa, per dare maggiore solennità all’evento. L’unica, in tutto il territorio, che non vi andava era proprio l’Immacolata: in Chiesa Madre, infatti, “abitava” la sorella con cui era in lite! Non solo non andava in Chiesa, ma la processione non saliva neppure in Terravecchia, allora centro del paese! E così la Madonna del Rosario e l’altra sorella che viveva con lei in Chiesa Madre - la Vergine del Crocifisso, nostra antica patrona, poi sostituita dall’Assunta - nei loro giorni di festa, non andavano a trovare l’altra sorella, non lambendo neppure il rione Dirupo, che era il quartiere più popolato!
Ma qual è l’origine di questo litigio, di questa “scerra a vita tagghiata” (lite fino a che la vita non fosse stata “tagliata”, cioè finita)? La spiegazione è nascosta dietro una ragione storica. Pisticci era stata una città bizantina, numerosi furono in essa i luoghi di culto dedicati a Santi o alla Vergine sotto particolari titoli, particolarmente venerati dai Cristiani d’Oriente: Santa Caterina d’Alessandria, San Zaccaria, San Nicola, Santa Sofia (la Santa Sapienza di Dio, che conservò addirittura il suo nome greco fino alla fine: “sophía” in greco è infatti La Sapienza). Tutte queste chiese crollarono nella notte di Santa Apollonia, il 9 Febbraio del 1688, che causò la morte di ben 400 persone, la pagina più triste della nostra storia! Non avremo, quindi, modo di sapere come esse erano! Soltanto una di esse fu risparmiata (forse la principale già all’epoca), fondata anch’essa presumibilmente dai monaci greci: era la Cappella di “Santo Sciannello al Fronte” (cioè di San Giovanni Evangelista), che qualche anno prima della frana era stata ridedicata al Concepimento di Maria! Essa rimase l’ultimo baluardo della cristianità d’Oriente a Pisticci: anche architettonicamente è l’unico edificio che mantiene la pianta a croce greca e, probabilmente, mantenne anche il rito greco più a lungo.
I monaci, di rito greco, non riconosciuti dal clero secolare di rito latino, avevano la loro Madonna, che venerano nella loro piccola “isola felice”, sul ciglio estremo del burrone della Serra Cipolla. I sacerdoti di rito latino avevano la Madonna del Crocefisso, primaria protettrice del borgo. Dal litigio furioso di due gruppi del clero di rito diverso nacque così questa millenaria lite fra due epiclesi della Vergine, con la relativa promessa che l’una non avrebbe fatto visita all’altra (ovvero che la prima non sarebbe passata in processione nel “territorio di pertinenza” della seconda e viceversa).
Dopo tanti secoli, qualche giorno fa, l’Immacolata è stata portata in Chiesa Madre per dare la possibilità a più gente, dato lo spazio più grande e date le attuali misure di restrizione, di onorare la Vergine. E molti hanno detto ironicamente, ricordando l’antica contesa, che le Madonne hanno fatto la pace... Tutti sappiamo che la Madonna è una sola e che una credenza del genere oggi sarebbe stata fuori luogo e quasi assurda; tuttavia, non si può quasi non dispiacersi per la perdita di un altro pezzetto di “poesia”, creata dalle menti dei nostri antenati.
Vi prego, per chi leggerà, di non giudicare questi nostri antenati “ignoranti, arretrati, stupidi”, parole che ho sempre sentito e che mi hanno dato sempre grande fastidio. Erano semplicemente figli di un’altra cultura, diversa dalla nostra e che noi forse non riusciamo a capire fino in fondo proprio perché così diversa. Non dovrebbe neppure stupirci, se pensiamo al fatto che i riti erano tutti in latino, lingua che ormai nessuno comprendeva più... per questo l’immaginazione creava storie, a volte molto poetiche. Perché meravigliarsi tanto per una storiella popolare che vede due Madonne in lite, quando oggi, con tutti i nostri studi e i nostri mezzi, ci sono ancora persone molto interne alla chiesa che non distinguono la festa dell’Immacolato Concepimento di Maria dalla festa della Incarnazione di Gesù nel suo grembo??
Roberto Grossi