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Un autorevole pensiero, quello di Gianni Tricchinelli, nostro compaesano, già Vice Presidente Nazionale del Banco di Napoli e Mediocredito Italiano, ospitato nei giorni scorsi, sulle pagine del Corriere della Sera, dove ha trattato un importante, delicato e attuale servizio titolato: “Tra Guerra, Inflazione e PNR, l’incertezza penalizza il Sud”.
Un’analisi attenta, documentata e precisa, che prende spunto dal Rapporto annuale sulla Economia del Mezzogiorno, dello scorso 28 novembre. “Mai come quest’anno - spiega Tricchinelli - il tema prescelto per la 98° Giornata Mondiale del Risparmio, non poteva essere più appropriato: l’incertezza che regna su di noi. Un clima che caratterizza non solo il nostro Paese, ma l’Europa intera e che a causa della Guerra, si proietta minaccioso sul mondo intero. Oggi - ha sottolineato il Presidente Profumo nel suo intervento alla Giornata Mondiale del Risparmio - incertezza vuol dire vivere in costante cambiamento e ciò significa che è necessario imparare a vivere in una condizione di instabilità permanente. Ovvero che quello di crisi, non è uno stato eccezionale, ma una nuova normalità basata su una costante ricerca di nuovi equilibri”. E qui Tricchinelli, coglie l’occasione per rimarcare il ruolo svolto dalla Europa non solo nella fase pandemica, ma soprattutto nella fase iniziale di questa Guerra “sciagurata”, con l’incondizionato sostegno al popolo ucraino.
Non poteva mancare un riferimento al piano vaccinale e soprattutto al piano di rinascita dei paesi colpiti dalla pandemia che hanno aperto una stagione caratterizzata non più da vincoli di bilancio e restrizioni monetarie, ma da nuovi fattori come la solidarietà, le opportunità per una pronta ripresa economica e l’avvio di un nuovo percorso istituzionale che prefiguri la nascita degli Stati Uniti d’Europa. Spazio poi al PNRR stanziato per il nostro Paese e in particolare per il Mezzogiorno. “Ingenti risorse - spiega il già V. Presidente del Banco di Napoli - che comunque non significa che tutti i progetti per il Sud siano in grado di rispettare i tempi di attuazione. Noi italiani - mette in guarda - conosciamo i nostri difetti e sappiamo delle insidie che si nascondono ovunque, non solo nelle capacità delle amministrazioni pubbliche del sud, di dotarsi di professionalità adeguate agli standard richieste per l’Europa, quanto soprattutto per le emergenze create dal nuovo scenario politico.
Dulcis in fundo, il PIL, (Ricchiezza Complessiva che si Produce) che secondo l’ultimo rapporto SVIMEZ, al sud, calerà dello 0,4%, contro una crescita media dello 0,8% al Centro Nord e una media nazionale intorno al 5%. Per quel che riguarda il PNRR, l’allarme per le regioni del sud è il rischio, non tanto remoto, di centrare la soglia obbligatoria del 40% di investimenti che il piano assegna al Mezzogiorno.
Tricchinelli non tralascia infine, quella che è la nota dolente dell’abbandono dei giovani dal Sud. “Occorre reagire, mettendo in campo politiche ed energie private per invertire la tendenza alla rassegnazione. Da qui la necessità di concentrarsi su due interventi: il primo di carattere congiunturale e l’altro sul rilancio degli investimenti e soprattutto del rilancio della politica industriale per attrarre nuove energie imprenditoriali per le Zes, da poco istituire al Sud. Insomma - secondo Tricchinelli - un pò come fece la Cassa per il Mezzogiorno, quando nel secondo dopoguerra, mise in campo le migliori energie politiche e professionali che cambiarono radicalmente il volto del Mezzogiorno d’Italia. Per inserirlo poi, a pieno titolo, nel rinnovato contesto economico, sociale e culturale della grande ricostruzione italiana.
Michele Selvaggi