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Quattro cabine per cinque artisti urbani. Il tema è quello delle radici. Il nome: Roots – Storie di comunità. Un’operazione culturale basata sulla memoria storica comunitaria, appunto.
Una memoria che a Marconia si inscrive nella nascita stessa della frazione pisticcese come luogo di confino durante la seconda guerra mondiale. «Viviamo in un’epoca in cui l’accumulo di memoria sommaria tende a far svanire le informazioni identitarie e di unicità della collettività – spiega Antonio Poe, direttore artistico del progetto – l’idea è quella di promuovere, attraverso l’arte urbana, la conoscenza e il ricordo delle storie di libertà e di lotta che animarono questa terra».
Il progetto artistico, realizzato da Lettere Cubitali APS, Casa della Cultura e Street Don’t Lie Festival, in collaborazione con E-Distribuzione, coinvolgerà artisti del panorama locale e non, nella realizzazione di opere murarie sulla superficie di quattro cabine di proprietà dell’azienda leader di fornitura elettrica. Il passo successivo? Rendere partecipi i residenti, le realtà attive sul territorio e soprattutto le scuole, attraverso l’organizzazione di passeggiate e ciclo passeggiate. Il fine primario è accrescere lo spirito di integrazione e di comunità, coltivando la memoria delle origini e la conoscenza storica dei fatti.
«Abbiamo già avuto modo di testare, attraverso progetti di arte urbana realizzati con le scuole, quanto questo mezzo culturale sia efficace nell’avvicinare le giovani generazioni alla conoscenza più approfondita di una specifica materia» aggiunge Antonio Poe.
I lavori, che si avvieranno nei prossimi giorni, interesseranno per prima la cabina di via Di Vittorio, su cui lavorerà l’artista Thisisto; e quella di Via Vanzetti, realizzata dallo stesso Poe. Dal 3 al 5 febbraio si proseguirà con la cabina in viale Ontario, dove opereranno i due artisti Tres e Yele. Ultimo intervento quello di Davide Dpa, tra il 23 e il 27 febbraio, presso la cabina in Via Napoli.
Il tutto si concluderà con l’apposizione, su ogni cabina, di una targa provvista di QR code, con una scheda dell’artista e del progetto ed una geolocalizzazione sulla mappa cittadina. Un progetto che nasce sì come strumento di rigenerazione di un luogo fisico, ma assume di seguito i connotati di stimolo e svolta comunitaria, contaminazione, conoscenza e memoria.
Simona Pellegrini