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La “serenata”, parola che forse molti delle nuove generazioni non conoscono, era una piacevole composizione strumentale musicale, che veniva eseguita di sera o di notte, sotto le finestre, terrazzi o balconi di una donna, per renderle omaggio o per palesarle i propri sentimenti d’amore. Insomma, un modo tutto speciale, ma anche particolare, per dire a lei, “ti voglio bene” e magari capire il suo gradimento alla proposta.
Usanza parecchio diffusa in diverse parti del mondo, specie nelle terre latine e in particolar modo - come ricordiamo - anche da noi, ma che, purtroppo, da qualche decennio se ne sono perse le tracce. Peccato!
Un qualcosa che piaceva, riempendo le cronache paesane del giorno dopo la esecuzione e che faceva comunque ….scoprire nuovi legami amorosi nell’abitato - a volte impensati - che, per fortuna, molto spesso, si concludevano con un “buon fine” (il fidanzamento e il matrimonio). Insomma, un modo speciale per iniziare un rapporto affettuoso, ed era interessante apprendere che, la notte prima, un “tizio” aveva portato la serenata a… “caia”, non senza quel pò di meraviglia che accompagnava comunque quel qualcosa che in questi casi, faceva sempre notizia. E che notizia! Erano altri tempi. Ma erano anche bei tempi - per chi ha avuto il piacere di viverli - anche se, magari, fatti un pò di stenti e senza quegli agi e i diversivi di adesso.
Domanda: ma può ritornare la serenata? Chissà!!!!
Intanto è il caso di ricordare che qualche anno fa - una notizia che sicuramente pochi conoscono - qualcuno qui da noi, ha pensato di rompere questo lungo silenzio, facendo in qualche modo ritornare la serenata. Ci pensò infatti, il gruppo folk “Li uagliun pu cupa cup” con Lino Barbalinardo, Antonio Barbalinardo, Nicola Cisterna, Armando Albano, Francesco De Marsico, Stefania di Stasi e Marilena Barbalinardo, che diedero vita ad un nuovo modo di concepire la “vecchia serenata”, questa volta un omaggio dello sposo alla sua bella, praticamente eseguita la sera precedente le nozze, sotto la casa della ragazza. Un modo per dimostrare attraverso le note di un concertino, una ulteriore prova d’amore il cui legame doveva diventare eterno a distanza di qualche ora. Una idea brillante quella del gruppo dei “Uagliun” che, stando ai ricordi di allora, aveva entusiasmato l’esercito degli innamorati prossimi alle nozze. “Un evento - come spiegava Lino Barbalinardo - che interessò subito Marconia con la celebrazione di diverse di queste iniziative, non solo per il simpatico rito musicale, ma per la partecipazione della gente del quartiere, interessata a seguire divertita e commossa, un atto d’amore di altri tempi. Serata che si concludeva con baci e abbracci tra i futuri sposi, con il volo di qualche confetto e gli osanna del pubblico divertito”.
Anche a Pisticci, sempre secondo i ricordi di allora, un episodio del genere, si consumò con successo, dalle parti del rione Piro. Non conosciamo i motivi per cui la cosa non è andata avanti. Un evento che comunque piacerebbe venisse ripreso, per un piacevole ritorno al passato, che proprio attraverso il simpatico momento conviviale della “serenata”, possa in qualche modo, restituire “romanticità” ad un mondo che, purtroppo, sembra averla un pò dimenticata.
Michele Selvaggi