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Durante la stagione estiva lo stress idrico in Italia diventa un problema serio e come ogni anno torna il tema della depurazione delle acque reflue che come sappiamo finiscono nel nostro mare.
Qualche anno fa la Corte europea di giustizia ha condannato il nostro paese a pagare 25 milioni di euro perché oltre 70 città (la maggior parte nel mezzogiorno) erano in violazione della normativa comunitaria perché sprovviste di fognature e impianti di depurazione adeguati.
Ultimamente l’Acquedotto Lucano dopo che per anni ha affidato la conduzione degli impianti di depurazione per periodi brevi e a volte brevissimi, ha deciso tramite la stazione appaltante regionale (SUAB) di affidare con gara d’appalto e per ben 5 anni la conduzione degli impianti di depurazione.
La FP CGIL è la UILTUCS lucane hanno salutato con piacere questa novità, ma nel contempo ha chiesto di portare a sistema questo settore applicando a tutti gli addetti il contratto nazionale di lavoro dell’igiene ambientale, contratto di riferimento che individua con precisione ruoli, mansioni e costi per la sicurezza degli addetti agli impianti che altri contratti di lavoro non hanno. Attualmente in questo settore insistono diversi contratti, oltre al contratto dell’igiene ambientale vengono applicati agli addetti anche i contratti dei settori metalmeccanico, multiservizi o edilizia. Facendo venire meno quella uniformità di contrattuale, che è il primo tassello necessario per mettere a sistema questo settore.
L’applicazione del contratto di lavoro del settore di riferimento, assume un valore ancora più stringente a seguito della sottoscrizione del Protocollo di intesa sulle Misure preventive anti-contagio Covid – 19.
Insomma partire dai diritti e dalle tutele dei lavoratori per mettere in sicurezza l’intero settore, e iniziare a parlare di economia circolare delle acque reflue civili che vengono poco riutilizzate, e sversate in maggioranza nel nostro mare. soprattutto nel mezzogiorno.
Per questo investimmo, quest’ inverno, della questione la prima Commissione consiliare (Affari istituzionali), che convocò in audizione i responsabili di Acquedotto lucano, la Stazione unica appaltante della Regione Basilicata, il sindacato, Confapi e Confindustria in rappresentanza di alcune aziende del settore in merito all’applicazione del corretto contratto da applicare ai lavoratori addetti alla conduzione degli impianti di depurazione di proprietà dell’Acquedotto lucano.
In quella sede la proposta che scaturì fu quella di procedere ad una armonizzazione dei costi del personale nell’ambito del contratto Igiene ambientale su cui tutti furono d’accordo anche a seguito delle indicazioni pervenute dall’ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO di POTENZA che indicava il contratto dell’igiene ambientale, quale contratto di riferimento. Si decise quindi di proseguire con incontri riservati ai soli attori in campo: Acquedotto Lucano in qualità di committente, aziende e sindacati. Questa operazione di armonizzazione contrattuale, avrebbe inevitabilmente comportato un piccolo sacrificio da parte di tutti gli attori in campo. A distanza di tempo e dopo numerosi incontri, nonostante la grande disponibilità dimostrata da Acquedotto Lucano e le indicazioni date dall’Ispettorato del Lavoro, ad oggi registriamo un sostanziale arroccamento di alcune aziende che con un atteggiamento egoistico e legato alla sola logica del profitto, hanno deciso di applicare agli addetti alla depurazione il contratto del settore metalmeccanico e non quello dell’igiene ambientale che tutela maggiormente gli addetti anche per quanto riguarda la salute e sicurezza sul lavoro. Quindi, hanno deciso autonomamente di applicare un contratto meno oneroso e meno garantista per gli addetti agli impianti di depurazione di acque civili.
Vogliamo ricordare che dalla corretta applicazione del contratto nazionale discendono conseguenze dirette sul lavoro, sulle condizioni dei lavoratori, delle loro famiglie e sui cittadini utenti.
Se è un diritto la qualità del servizio, lo è anche il diritto alla qualità del lavoro.
Per questo chiederemo a chi di competenza, a partire dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ai servizi ispettivi di Inail e Inps di intervenire immediatamente.
All’Agenzia delle Entrate invece, chiederemo di verificare se le aziende interessate hanno usufruito di agevolazioni di qualsiasi natura che spettano solo a chi applica il corretto contratto di lavoro del settore di riferimento.
Infine, ad Acquedotto lucano chiediamo che qualora dovesse procedere alla sottoscrizione dei contratti di affidamento con quelle aziende che non intendono applicare il contratto dell’igiene ambientale, di tenere in debito conto I rilievi del Sindacato e le indicazioni dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro venute fuori nelle riunioni con l’Ispettorato.