Editore Associazione Culturale Mp3. P.IVA 01187270770
Registrato presso il Tribunale di Matera n. 4/2009
Direttore Responsabile Roberto D'Alessandro. Webmaster Vittorio Ricchiuto
+(39) 328 447 4326
redazione@pisticci.com
“Nel 2021, nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati, le persone incontrate e supportate sono state 227.566 persone.
Rispetto al 2020 si è registrato un incremento del 7,7% del numero di beneficiari supportati (legato soprattutto agli stranieri); non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche persone che oscillano tra il dentro fuori dallo stato di bisogno.
Chiedono aiuto sia uomini (50,9%) che donne (49,1%)”.
È quanto emerge dal XXI Rapporto della Caritas italiana su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole” che aggiunge:
“Cresce da un anno all’altro l’incidenza delle persone straniere che si attesta al 55%, con punte che arrivano al 65,7% e al 61,2% nelle regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est; di contro, nel Sud e nelle Isole, prevalgono gli assistiti di cittadinanza italiana che corrispondono rispettivamente al 68,3% e al 74,2% dell’utenza.
L’età media dei beneficiari si attesta a 45,8 anni.
Complessivamente le persone senza dimora incontrate sono state 23.976, pari al 16,2% dell’utenza: si tratta per lo più di uomini (72,8%), stranieri (66,3%), celibi (45,1%), con un’età media di 43,7 anni e incontrati soprattutto nelle strutture del Nord (questa macroregione ha intercettato quasi la metà degli homeless d’Italia).
Si rafforza nel 2021 la consueta correlazione tra stato di deprivazione e bassi livelli di istruzione.
Cresce infatti il peso di chi possiede al massimo la licenza media, che passa dal 57,1% al 69,7%; tra loro si contano anche persone analfabete, senza alcun titolo di studio o con la sola licenza elementare.
Nelle regioni insulari e del sud, dove lo ricordiamo c’è una maggiore incidenza di italiani, il dato arriva rispettivamente all’84,7% e al 75%.
Strettamente correlato al livello di istruzione è, inoltre, il dato sulla condizione professionale che racconta molto delle fragilità di questo tempo post pandemico.
Nel 2021 cresce l’incidenza dei disoccupati o inoccupati che passa dal 41% al 47,1%; parallelamente si contrae la quota degli occupati che scende dal 25% al 23,6%.
Risulta ancora marcato anche nel 2021 il peso delle povertà multidimensionali: nell’ultimo anno il 54,5% dei nostri beneficiari ha manifestato due o più ambiti di bisogno.
In tal senso prevalgono, come di consueto le difficoltà legate a uno stato di fragilità economica, i bisogni occupazionali e abitativi; seguono i problemi familiari (separazioni, divorzi, conflittualità), le difficoltà legate allo stato di salute o ai processi migratori».
La misura di contrasto alla povertà esistente nel nostro Paese, il Reddito di Cittadinanza, è stata finora percepita da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti (44%).
Sarebbe quindi opportuno assicurarsi che fossero raggiunti tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori, partendo dai poveri assoluti.
Accanto alla componente economica dell’aiuto vanno garantiti adeguati processi di inclusione sociale”.
Spiega, a margine della presentazione, il presidente di Caritas italiana, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli:
“Più del 70 per cento delle richieste sono di carattere economico, sono drammaticamente aumentate le richieste di aiuto per far fronte al pagamento delle bollette.
Complessivamente risultano erogati nel 2021 quasi 1milione 500mila interventi, una media di 6,5 interventi per ciascun assistito (considerate anche le prestazioni di ascolto).
In particolare:
L’analisi della conversione degli interventi in euro mette in luce, tuttavia, che le erogazioni di sussidi economici pur rappresentando solo il 4,6% degli interventi assorbono oltre il 76% delle spese”.
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, è intervenuto con un videomessaggio alla presentazione del Rapporto della Caritas:
“Una cosa che mi ha colpito – e speriamo che il governo sappia affrontarla con molto equilibrio – è il problema del Reddito di cittadinanza che è stato percepito da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti.
Quindi c’è un aggiustamento da fare ma mantenendo questo impegno che deve essere così importante in un momento in cui la povertà sarà ancora più dura, ancora più pesante e rischia di generare ancora più povertà in quelle fasce dove si oscilla nella sopravvivenza, che devono avere anche la possibilità di uscire da questa “zona retrocessione”.