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Le piogge insistenti di queste ultime settimane, se da un lato stanno contribuendo a riempire gli invasi lucani, scongiurando così un’emergenza idrica in estate, dall’altro hanno determinato il fenomeno del cracking sulle primizie del Metapontino.
A lanciare l’allarme è la Coldiretti di Basilicata. In particolare ciliegie e drupacee hanno mostrato fenomeni di spaccatura dei frutti, con punte anche del 50 per cento.
“Purtroppo continuiamo a fare i conti con gli effetti legati ai cambiamenti climatici - spiega il direttore provinciale della Coldiretti Matera, Vincenzo Ruggieri- e dopo un periodo di piogge continue le piante stanno assorbendo una grande quantità di acqua in poco tempo, con un improvviso incremento del volume dei frutti causando la lacerazione della buccia nei punti più deboli. L'eccesso di pioggia sta inoltre rendendo difficoltosa la raccolta delle fragole sotto le serre allagate. Come organizzazione agricola ci siamo già attivati per sollecitare i Comuni al fine di segnalare tale calamità ai competenti uffici regionali e inoltre invitiamo i nostri associati a segnalare le zone interessate dal disastroso fenomeno”.
Per il presidente provinciale dell'organizzazione agricola, Gianfranco Romano “l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che nel 2023 rischiano di essere superiori ai 6 miliardi stimati per lo scorso anno.
A fronte di questa situazione climatica è strategico intervenire immediatamente per aiutare le aziende colpite ma anche realizzare progetti di lungo respiro che vadano oltre l'emergenza. In particolare in Basilicata urge intervenire per ripristinare la capacità di invaso delle dighe presenti sul territorio regionale consentendo di raccogliere fino ad 1 miliardo di metri cubi i quali sarebbero sufficienti ad affrontare 4 anni per gli usi civili, agricoli e industriali, aiutando inoltre la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale” conclude Romano.