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“Il rapporto sull’economia lucana presentato ieri dalla Banca d’Italia scatta la fotografia reale e impietosa della nostra regione. Nel turismo, nonostante la ripresa graduale nel post pandemia, si registra un forte calo delle presenze rispetto al 2019. L’industria è in affanno, l’automotive in crisi con un calo impressionante, l’occupazione è stagnante se paragonata alla crescita delle altre regioni del Mezzogiorno e dell’Italia. Possiamo tranquillamente affermare che la Basilicata è in regressione”. Così il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega, commenta i dati diffusi dal report.
“Di particolare rilevanza- prosegue Mega – è il focus sullo stabilimento Stellantis di Melfi, la cui produzione è confermata su livelli analoghi a quelli dell’anno prima, di molto inferiori al triennio precedente. La Banca d’Italia conferma i nostri timori: le vendite di auto prodotte nello stabilimento, che nel 2021 erano tornate a crescere, sono scese sotto il livello del 2020, quando erano state penalizzate dalla temporanea chiusura degli esercizi di vendita disposta per il contenimento della pandemia. Nell’anno in corso l’attività del comparto potrebbe beneficiare di un andamento delle vendite di veicoli che si è rafforzato nei primi mesi di quest’anno, anche per effetto delle minori difficoltà negli approvvigionamenti. Nel medio termine, tuttavia, la Banca d’Italia avverte che le prospettive rimangono legate soprattutto alle scelte industriali del gruppo Stellantis e, in particolare, all’avvio della produzione di nuovi modelli presso lo stabilimento di San Nicola di Melfi e alla conversione al motore elettrico. Male anche l’agricoltura. Nel 2022 in base a delle stime di Prometeia il valore aggiunto del settore agricolo è diminuito in termini reali (-3,3 per cento) in misura più intensa nel confronto con l’Italia (-1,8). La dinamica ha risentito della forte instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e della crescita dei prezzi degli input produttivi, amplificata dal conflitto russo-ucraino, ma è evidente che la Regione Basilicata non ha saputo mettere in campo interventi tali da tutelare il settore, tanto che nonostante l’aumento della produttività i dati sono ugualmente minori della media nazionale e del Mezzogiorno.
Anche il dato relativo allo spopolamento, specie in età da lavoro – aggiunge Mega – conferma quanto denunciato in questi mesi dalla Cgil. Nella media del 2022 l’offerta di lavoro si è infatti ridotta rispetto all’anno precedente, risentendo anche della dinamica negativa della popolazione residente in età da lavoro, penalizzando soprattutto le donne, con un divario dalla media nazionale molto più accentuato (-12,3 punti per le donne e -4,4 per gli uomini). In un contesto occupazionale debole, le persone in cerca di lavoro in regione si sono ridotte, determinando un calo del tasso di disoccupazione al 7,1 per cento (8,1 in Italia). Tale dinamica ha riguardato tutte le fasce d’età; il tasso rimane tuttavia particolarmente elevato, nel confronto con la media nazionale per i lavoratori fino ai 34 anni.
In un tale quadro – conclude Mega – risulta difficile accettare il tutto a posto del governo Bardi, che tenta in tutti i modi di diffondere una lettura dei dati sempre a proprio favore, omettendo quelli negativi. Le criticità ci sono e sono tante. Più che proclami da clima da campagna elettorale, sarebbe utile un confronto serio con le parti sociali e che la Regione desse finalmente risposte. Altro che risultati storici. Di storico c’è solo la ripresa di una massiccia ondata migratoria e un impoverimento generalizzato senza prospettive per i giovani”.