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ALSIA, scongiurare la scomparsa delle vecchie varietà di piante di interesse agricolo
Estinzione scongiurata per i semi di alcune varietà autoctone di cerali, leguminose e ortive della Basilicata. Dallo scorso mese, infatti, i semi a rischio sono al sicuro nel deposito del Global Seed Vault dell’arcipelago artico delle isole Svalbaerd, a circa 1.200 km dal Polo Nord. “In particolare – dichiara il direttore dell’ALSIA, Agenzia Lucana di Sviluppo ed Innovazione, Aniello Crescenzi -, i semi inviati appartengono ad alcune varietà di ortive, quali: Peperone di Senise, Melanzana Rossa di Rotonda e Gilò di Maratea; di leguminose, Fagiolo Tabacchino di Sarconi e Fagioli Bianchi di Rotonda (tondino e bianco); e di cereali, Carosella Lucana e Vatra (frumenti teneri), Ricco (frumento duro), Segale Iermana, e orzo Parmarella”.
Il Deposito Globale di Semi dello Svalbeard garantisce la conservazione a lungo termine di duplicati di semi conservati nelle banche del germoplasma di tutto il mondo ed è gestito attraverso un accordo tra il governo norvegese, il Global Crop Diversity Trust ed il Nordic Genetic Resource Center, nato dallo sforzo cooperativo di nazioni nordiche, sotto l'egida del Nordic Council of Minister.
Ha effettuato la consegna dei semi in Norvegia il CNR IBBR di Bari che detiene la più grande banca del germoplasma d’Italia e con cui l’ALSIA ha un accordo di collaborazione ultradecennale per la caratterizzazione e la conservazione in doppione dei suoi semi di varietà a rischio di estinzione, stivati presso la sua Banca del Germoplasma “Franco Sassone” di Rotonda (PZ).
Queste varietà sono solo una piccola parte delle oltre 400 varietà attualmente conservate da ALSIA presso la Banca del Germoplasma di Rotonda e del suo doppione presente presso il CNR – IBBR di Bari.
“La conservazione dei semi nelle banche del germoplasma – conclude Crescenzi - si rende purtroppo necessaria a causa del tentativo di contrastare il sempre maggiore pericolo di scomparsa delle vecchie varietà di piante di interesse agricolo, non più di utilizzate dall’agricoltura moderna, così come è già capitato per centinaia di migliaia di varietà in tutto il mondo, perse oramai per sempre”.