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Quando abbiamo denunciato il rischio di commissariamento della sanità lucana Bardi ha smentito e ha mentito. Perché le delibere 348, 349 e 353 approvate dalla Giunta uscente in tutta fretta lo scorso 30 aprile (come documentato da Nino Grasso su ‘La Nuova del Sud’) per provare a colmare i 50 milioni di buco dopo i 24 recuperati in campagna elettorale di fondi dello sviluppo, mostrano come il problema c'era eccome, e come più che un problema finanziario, anche alla luce di liste di attesa e mancanza di servizi, si tratti di mancanza di capacità di gestione a cui non si può fare fronte con continue ‘pezze’”.
E’ quanto affermano in una comunicato stampa congiunto i consiglieri di minoranza eletti in Consiglio regionale nelle recenti elezioni, Marrese, Araneo, Bochicchio, Cifarelli, Chiorazzo, Lacorazza, Verri e Vizziello.
“Oggi, per rimediare allo sbilancio senza pari nella storia della sanità lucana – continuano i consiglieri di minoranza - Bardi e la sua maggioranza non hanno esitato ad impiegare i soldi destinati a dare un futuro di sviluppo ai nostri figli e quelli che le compagnie petrolifere versano per opere che compensino l'impatto ambientale che le estrazioni hanno sulla nostra terra. Soldi tolti al lavoro, all'ambiente, a salute e monitoraggio ambientale e sanitario, con un'operazione dalla dubbia regolarità amministrativa e legale (anche perché si spenderebbe soldi che in parte dovrebbero maturare solo nel 2025), ma dalla certa inadeguatezza politica. Stiamo letteralmente ipotecando il futuro della nostra terra togliendole ogni possibilità di riscatto per mascherare l'incapacità di un gruppo dirigente”.
“In fondo - sottolineano i consiglieri - è la stessa operazione fatta col bonus acqua, con la Regione che ha esentato le compagnie dall’obbligo già contrattualizzato di creare lavoro in regione in settori diversi da quello petrolifero per uno sconto nella bolletta delle famiglie di una decina di euro. Oggi il centrodestra non può più rispondere che si tratta di denunce da campagna elettorale perché il voto c'è già stato. Ma c'è da dire, purtroppo – concludono - che se non si trova subito il modo di bloccare questa deriva il futuro della Basilicata è a rischio”.