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Il Tavolo Verde Puglia e Basilicata si fa portavoce delle lamentele espresse dal mondo agricolo e dai cacciatori sull'intero territorio regionale.
Con questo appello, ci rivolgiamo al nuovo governo regionale affinché si impegni a fornire risposte immediate e concrete al malessere diffuso, causato da una normativa regionale inadeguata e dannosa che disciplina l'attività venatoria, andando contro gli interessi dei soggetti coinvolti.
Contenimento della popolazione di ungulati: La popolazione di ungulati, stimata intorno ai 100.000 capi, non può essere gestita efficacemente con l'attuale normativa che impone ai cacciatori volontari tutto l'onere delle richieste di autorizzazioni per l'istituzione delle case di caccia. Queste strutture comportano costi di realizzazione, esercizio e mantenimento che non possono essere sostenuti dai singoli privati, ma dovrebbero essere a carico del pubblico. I cacciatori già affrontano oneri impositivi di circa 400€ annui, oltre a tutte le spese inerenti l'attività venatoria.
Danni all'agricoltura: Il settore agricolo, già penalizzato dalla siccità, continua a subire danni diretti e indiretti a causa delle invasioni di numerosi branchi di ungulati. In alcuni casi, i danni alle colture intensive raggiungono la somma di 1300€ per ettaro, mentre per la cerealicoltura nell'area Metapontina e nella bassa e media collina materana si attestano a 250€ per ettaro. Inoltre, le invasioni creano problemi anche ai cittadini residenti e agli automobilisti che percorrono le strade lucane. Questo fenomeno ha assunto carattere emergenziale, interessando tutti gli aspetti economici e sociali delle due province.
Il problema non può più essere rinviato: sono necessari interventi urgenti e straordinari che modifichino l'attuale normativa e prevedano adeguate coperture finanziarie, nel rispetto del principio dell'interesse pubblico e generale. È superfluo ricordare che i cacciatori, nell'esercizio delle loro funzioni volontarie, hanno sempre collaborato e rispettato i produttori agricoli e il patrimonio ambientale, sia pubblico che privato.
In conclusione, l'emergenza cinghiale coinvolge tutti gli aspetti socio-economici e ambientali della nostra regione. È quindi indispensabile intervenire con misure organiche, normative e finanziarie, a breve, medio e lungo termine, per risolvere questa criticità e garantire la sicurezza e il benessere di tutti i cittadini.