Venerdì, 22 Novembre 2024

Di Trani solleva dubbi sull’utilizzo delle acque del fiume Basento

Mercoledì, 13 Novembre 2024

Siamo arrivati in Basilicata, terra ricca di sorgenti ed invasi, all'emergenza idrica. I problemi, mai anticipati, si affrontano soltanto, con pressappochismo, quando non si possono più rimandare.

In estate il consorzio di Bonifica, prima di analizzare le acque del Basento ordina la realizzazione di impianti in territorio di Pisticci per emungere acqua dal suo alveo, che non saranno mai utilizzati per la presenza di cromo proveniente dalla zona industriale basentana, Escherichia coli ed altri coliformi provenienti dagli scarichi fognari urbani non depurati. Si arriva all'inverosimile quando il consorzio di bonifica procede al prelievo di acqua di fogna a valle del depuratore, non perfettamente funzionante, di Marconia immettendola in rete con il suo ricco carico di Escherichia coli indirizzandola alla vasca di Serra Marina e distribuendola agli ignari agricoltori.

Appurata la carica di bacilli coliformi, determinata dal mal funzionamento degli impianti di depurazione o peggio ancora dalla loro totale assenza in molti comuni fra cui Pisticci, cosa si è fatto per eliminarla pur in presenza di finanziamenti certi? Perché le zone SIN, Tito e Val Basento continuano ad essere tali pur registrando la presenza di finanziamenti per la bonifica? Come si fa ad autorizzare la realizzazione di un impianto che possa emungere acqua dal Basento per convogliarla nella diga Camastra, in prossimità di Albano, dove arrivano oltre ai reflui cittadini anche quelli del SIN di Tito e della zona industriale di Potenza, e non prima di Tito stessa? Come si fa a commettere l'errore di considerare il fiume, con l'acqua in movimento e mai la stessa nell'arco non della giornata, ma di poche ore, alla stregua di un lago? Se gli esami eseguiti da Arpab hanno evidenziato la presenza oltre soglia di tensioattivi e fosfati in data ad esempio 6 novembre chi garantisce che in data odierna la situazione non sia peggiorata?

L'emergenza idrica è da attribuire certamente ai cambiamenti climatici, ma anche all'incuria generata dalla mala politica e dalla pochezza di una classe dirigente ad essa asservita.

E' quanto dichiara con una nota Vito Di Trani, già sindaco di Pisticci

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