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Si chiama Recovery Plan, ma qualcuno, e non a caso, lo ha già ribattezzato Nuovo Piano Marshall. Un massiccio piano di rinascita da parte della Unione Europea per risollevare la economia dei suoi stati membri dopo lo scoppio della pandemia che non ha colpito solo il nostro continente, ma il mondo intero.
Sull’importante argomento è intervenuto nei giorni scorsi il Dr. Giovanni Tricchinelli, già Vice Presidente del Mediocredito Italiano, nostro illustre concittadino, che, attraverso una analisi precisa e circostanziata, ha voluto rimarcare l’importanza e il valore del provvedimento che potrebbe rappresentare un vero e proprio sostegno alle Fondazioni per il rilancio del nostro Mezzogiorno.
“Prima che scoppiasse la terribile pandemia - spiega Tricchinelli - l’ex Ministro Provenzano, aveva predisposto per il Sud, in piano di intervento ragionevole e soprattutto molto realista. Nulla a che vedere con quei libri dei sogni destinati ad arricchire solo le biblioteche. Quel Piano fu illustrato dall’ex Presidente Conte e dallo stesso Provenzano a Lamezia Terme nel febbraio dello scorso anno. Poi però è scoppiato il finimondo e la pandemia ha mandato tutto a gambe all’aria. E così l’Unione Europea, per la prima volta nella sua storia, ha messo in campo il Recovery Plan, un massiccio Piano di rinascita per risollevare l’economia dei suoi stati membri. Ora - si chiede il dr. Tricchinelli - è lecito porsi una domanda: funzionerà per il sud questo Piano di Rinascita, così come funzionò per l’Italia il Piano Marshall nel secondo dopo guerra? Il Presidente della SVIMEZ Luca Bianchi - si legge ancora nell’intervento di Tricchinelli - ha subito messo le mani avanti, spiegando che al Sud la situazione è veramente drammatica: ad esempio, nella sanità, la spesa pubblica pro- capite è di 25 euro, contro i 75 al nord est. Nel Mezzogiorno inoltre, mancano Asili Nido, scuole, ospedali, strade, opere di civiltà nelle campagne, biblioteche, centri di aggregazione sociale per contrastare la crescente povertà educativa. Questa volta però - spiega ancora - l'Europa ha predisposto un grande piano di rinascita per i suoi stati membri. Un provvedimento che non è solo un elenco di opere da finanziare, ma un vero e proprio documento politico, pari al Piano Marshall, quello che fu un grande investimento per la ricostruzione della Europa. Ecco perché, conoscendo il prestigio e il rigore del Presidente Draghi, il Mezzogiorno si appresta a diventare una questione europea”.
Tricchinelli a questo punto mette in guardia e spiega che il R.P. non può solo dipendere dall’ammontare delle risorse, ma anche dalla efficacia e tempestività delle riforme, in primis quella della Pubblica Amministrazione, Giustizia e Lavoro. “Non è possibile - dice- che per mettere un timbro si deve aspettare una settimana o per una carta di identità elettronica occorre attendere 3 mesi, come non è tollerabile che una causa debba durare in media 7 anni e 3 mesi, contro i 3 della Germania”.
Sul tema delle Riforme e sulla necessità che il Sud possa dotarsi di una robusta rete infrastrutturale, Tricchinelli precisa come sull’argomento sia intervenuto il prof. Francesco Profumo presidente dell’ACRI che ha ribadito le priorità per il Mezzogiorno e, nello stesso tempo, assicurato pieno sostegno delle Fondazioni nei progetti del Terzo Settore per i Beni Culturali, mettendo in evidenza tutte le 1100 iniziative sostenute, erogando complessivamente 211 milioni di euro.
Avviandosi alla conclusione Tricchinelli prevede che i prossimi 3 anni saranno cruciali per il Mezzogiorno, con i progetti del Recovery, così come quelli messi in campo dalle Fondazioni, che potranno avere successo solo se opereranno in un contesto completamente rinnovato con le riforme non più procrastinabili, con progetti che dovranno essere strategici e provocare una svolta non solo sul fronte della nuova occupazione, ma anche su quello dell’aumento del reddito e quindi di un diffuso benessere economico e sociale. “E questa - conclude l’intervento del nostro concittadino già Vice Presidente di Mediocredito - la sfida che attende il Governo Draghi ed è questa la scommessa che coinvolge tutto il nostro Paese e in particolare il Mezzogiorno. Un territorio che ha potenzialità e capacità per diventare negli anni a venire, una forte e moderna microregione europea”.
Michele Selvaggi