Mercoledì, 18 Dicembre 2024

La nostra storia: nel primo dopo guerra la Terravecchia era una specie di piccola repubblica e isola felice

Mercoledì, 18 Dicembre 2024

La nostra storia, indietro di decenni, si sofferma sul più antico rione della città, il rione Terravecchia, all’epoca una specie di piccola Repubblica, inteso non in senso politico-amministrativo, ma dal punto di vista organizzativo, con presenza di politici, amministratori, dirigenti, professionisti laureati e diplomati, impiegati, artigiani, operai e tanto altro.

Quartiere, di circa 300 anime, in cui non mancava niente, atteso che lì, abitava il sindaco dell’epoca, l’avv. Alessandro Bruni (don Alessandr) primo cittadino fino al novembre 1949 e già Sindaco nel 1914/15 e poi nel 1920/22.  Occupava un modesto appartamento di via N. Franchi, di proprietà Lo Franco - Di Giulio, con la sua famiglia composta dalla moglie donna Emilia, le figlie Sara, Franca, Liliana e Nicola, futuro Avvocato a Roma. Nel rione, diversi gli avvocati residenti, da Libero Panetta, (tra i pisticcesi illustri citati dal Prof.Coniglio - uno tra i più insigni magistrati della Basilicata fino a diventare Procuratore della Repubblica di Matera - ai cugini Francesco e Luigi Onorati, a cui si aggiunse Emilio Lenzi, toscano, sposato con Norina Lazazzera, figlia del Notaio Giambattista, già Podestà della città nel ventennio, anche lui, lì residente.

Nutrita la presenza di educatori coi maestri elementari di famiglia Spani: Cesare, Rocchino, Ninuccio e Amedeo a cui si aggiunse la maestra Elisa Diruzzo di Montecassino, sposa di Cesare, poi Direttore Didattico. Va aggiunto anche Michele Marrese, l’eccellente maestro, che abitava alla salita Rogges e la maestra Luigina Esposito, che col marito Rocchino vigile urbano, abitavano in via Minghetti.

Ma la Terravecchia, con tre chiese (Chiesa Madre - Annunziata e San Filippo, poi sconsacrata) ospitava anche la più alta carica ecclesiastica, con l’Arciprete don Vincenzo Di Giulio, coadiuvato allora da Don Leonardo Delfino e poi da don Giovanni Mele da Ginosa, che portò a Pisticci anche il sacrestano Vito Ranaldo. A don Mele è legato anche la prima rivolta dei fedeli pisticcesi verso la Curia materana (1953), quando il sacerdote venne trasferito da Mons. Cavalla a Matera, contro il volere dei fedeli. Nel rione, abitava anche il primo Direttore del Banco di Napoli dell’epoca, don Alberto Salomone. E qui, non poteva certo mancare la figura del medico, rappresentato da don Donato Autera, padre del dr. Mauro e sorella Egle, oltre al veterinario don Nicola Lo Franco.

Ma c’è di più, perché proprio in Terravecchia risiedeva, nel Palazzo De Franchi, il Procuratore delle Regie Imposte Dirette, oggi Agenzia Entrate (non ricordiamo il nome) e il Vice Procuratore Umberto Tancredi Maiorca che arrivò a Pisticci nel 1929 da Taurianova e che sposò Maria Teresa Pagliei, figlia di Carlo Amedeo Pagliei, Ufficiale Giudiziario presso la Pretura di Pisticci.

Sempre in campo giudiziario, la presenza nel rione di Emanuele Morelli di Montalbano, con suo cognato Angelo Pagliei, entrambi Aiutanti Ufficiale Giudiziario, che avevano sposato le pisticcesi Emma Pagliei e Rosa Pastore.

In Terravecchia, la presenza anche di un orfanotrofio, il primo in provincia, che ospitava ragazze orfane del posto e di altri centri. Responsabile del servizio idrico del Serbatoio, Salvatore Quinto, padre del Generale in Pensione Berardino.

Non solo professionisti, ma anche artigiani in quel rione, con il sarto Camillo Selvaggi, le sartine Grazia Bianco, Ninnella e Chella Passarella, le sorelle Panettieri, i falegnami Patrizio Bianco, Giuseppe Sodo, Gennaro Di Taranto, Giuseppe Mastrogiulio, i calzolai Eustacchio Acito, Giovanni Tammaro, Vito Ranaldo e il meccanico Luigi Valente.  Tra le mura del Castello, un antico frantoio, gestito da tale Michele Plati e di un forno a legna lungo via Franchi, gestito dalla storica “zia Carmela Pantano” meglio conosciuta come “zia Carmela Marasca”, donna un po’ burbera, ma simpatica e generosa con noi ragazzi a cui regalava focacce e calzoni.

Un rione che aveva registrato la presenza delle prime radio in tempo di guerra, una in casa dell’Arciprete Di Giulio e l’altra a casa di un contadino, tale Domenico Passarella, persona pratica, educata, laboriosa e intelligente; dalla sua radio si attingevano le importanti notizie della guerra in corso.

Ma la Terravecchia di allora, contava diversi cacciatori come i componenti della Famiglia di Alberto e Riccardo Salomone, i fratelli Tolmino e Ciccio Giannone, Giovanni Tammaro e figli Ciccio e Giuseppe e Francesco Forte padre del noto Armando. Rione, che ospitava anche il primo campo di calcio nella “Piazzolla” con incontri rionali, autentiche battaglie con tanti tifosi.

Insomma, un rione, la Terravecchia che non si faceva mancare…..nulla, completo in ogni reparto di vita quotidiana del tempo, con famiglie che si stimavano, aiutavano  nonostante le ristrettezze e si volevano bene e di questi giorni si scambiavano pettole, cartellate e porcedduzzi fritti. Insomma, un’isola felice.

Vogliamo chiudere questa nostra carrellata, con l’esempio di un giovane studente, - lavoratore, figlio del rione e di famiglia con poche risorse, come tante dell’epoca. Per andare avanti, d’estate, si adattava facendo lavori anche pesanti. Senza mai tralasciare il sapere, vincendo meritatamente, “ogni anno”, borse di studio, che gli permettevano di continuare a tutti i costi la vita scolastica, diplomandosi prima e laureandosi brillantemente poi. Lavoratore - studente, per quel rione “simbolo speciale” di un’epoca, ma soprattutto uno straordinario esempio di vita, la sua, in tempi difficilissimi che, chi li ha vissuti, non potrà mai dimenticare.  La Terravecchia di allora, era anche questa.

Michele Selvaggi

Ultima modifica Mercoledì, 18 Dicembre 2024 16:29

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