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Dopo il periodo natalizio, la prima festa parrocchiale del nuovo anno, con origini antichissime tra fede, tradizione e gastronomia, è la festa di Sant’Antonio Abate, che si celebra il 17 gennaio di ogni anno. La festa viene organizzata da un comitato di cittadini, guidato dal parroco della parrocchia San Pietro e Paolo, don Rosario Manco.
Una festività legata al Santo protettore degli animali domestici e patrono di fornai, boscaioli ed in genere di tutti gli artigiani che hanno a che fare con il fuoco. Festa parecchio attesa e sentita, che da sempre coinvolge gran parte della popolazione pisticcese, che si riversa nella piazza omonima dove è ubicata anche la graziosa chiesetta, dedicata al Santo. L'evento religioso, come spiega don Rosario, è stato preceduto da un triduo di preparazione con messe e recita del Rosario nella chiesa di San Rocco, da poco riaperta al culto. Il programma della festività nel giorno del Santo, prevede sempre nella chiesa del Protettore, una adorazione eucaristica comunitaria alle ore 17,30 mentre alle ore 18,30, una santa messa interparrocchiale ed a seguire una breve processione per le vie circostanti verso la cappella del santo. In chiusura, da parte di don Rosario la benedizione del Fuoco e degli animali nella piazza davanti alla chiesetta del Santo.
Successivamente, non mancherà un tradizionale, piacevole momento di allegria con la degustazione di tagliolini e ceci e vino brulé. Il tutto a cura dell’Associazione Enotria Felix la cui sede è situata proprio a fianco della chiesetta del Santo.
Con la celebrazione, il giorno 17 gennaio, della festa in onore di Sant'Antuono, come abitualmente viene chiamato il santo dalle nostre parti, praticamente inizia anche qui il Carnevale che, si annuncia ricco di avvenimenti e che andrà avanti fino all'inizio della Quaresima.
Una storia bella e toccante quella di Sant’Antonio Abate, che vogliamo ricordare. Santo "speciale", nato intorno al 250 nella città di Coma sulle rive del Nilo, da famiglia cristiana e benestante. Alla morte dei genitori, si racconta che distribuì ai poveri tutti i suoi averi, prima di ritirarsi in un luogo deserto. Fondò due monasteri, ma lui preferì continuare nella sua vita di eremita. Morì appunto il 17 gennaio del 356. Prima di lasciare questo mondo, si fece promettere da due suoi fidati discepoli che alla fine gli erano rimasti vicini, che non avrebbero mai svelato il luogo della sua sepoltura, e ciò, per sottrarre la sua salma agli onori, che sicuramente avrebbe meritato.
Michele Selvaggi
Dopo la notizia del trasferimento dell’Arcivescovo delle Diocesi di Matera-Irsina e Tricarico, Monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, nella nuova sede della Diocesi di Cesena-Sarsina, questo il messaggio di don Michele Leone: “Lo ringraziamo per tutto il bene dato alla nostra Diocesi e lo accompagniamo con la nostra preghiera in questa nuova chiamata”.
Quest'anno il tradizionale concerto di Natale dell'Orchestra dell'Istituto Comprensivo "Pietrelcina - Flacco", plesso di Pisticci, si è tenuto il 19 dicembre nella Chiesa Madre di Pisticci. All'evento hanno partecipato anche le classi quinte della scuola primaria e il coro preparato dalla prof.ssa Susanna Simakova.
Venerdì 13 dicembre, si ricorda, si onora e si festeggia Santa Lucia, la martire che protegge dalle tenebre e dall’oscurità. Una Santa tra le più amate dal popolo mondiale dei fedeli, soprattutto nei paesi nordici scandinavi, dove la leggenda spiega che, proprio Santa Lucia, porta i regali al posto di Babbo Natale.
Pure veneratissima in tutto il Nord, Santa Lucia è meridionale e italianissima, nata a Siracusa dove è stata eletta Patrona della Città. Il suo culto è abbondantemente diffuso in diverse altre città italiane, tra cui Verona, Venezia, Brescia e Napoli che le ha anche dedicato una popolare canzone “Santa Lucia”, cantata dal grande Enrico Caruso.
Un antico detto popolare molto diffuso da noi, recitava: “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”. Ma non è più così, atteso che secondo il Calendario Giuliano, il giorno 13 dicembre, coincideva sostanzialmente con il “solstizio d’inverno”, per cui, con il calendario Gregoriano, il giorno più corto dell’anno è stato spostato al 23 dicembre.
Per la storia, Santa Lucia era nata a Siracusa intorno al 283 d.C. da famiglia nobile, ricca e soprattutto cristiana. Con la sua fede guarì la mamma malata agli occhi e tanti altri malati. Aiutò i cristiani nelle catacombe e si rifiutò di sposare un nobile pagano che, dopo il suo rifiuto, la denunciò e in quanto cristiana fu condannata al patibolo. Questa, in poche parole, la toccante storia di Santa Lucia, che si celebra il 13 dicembre, appunto, giorno della sua morte.
La nostra città, ha, da sempre, ha una particolare venerazione per la Santa che protegge gli occhi dalle tenebre. Le due parrocchie cittadine, quella di San Pietro e Paolo del parroco don Rosario Manco e quella di Sant’Antonio guidata da don Mattia Albano, come ogni anno, ricordano con particolari eventi i giorni che precedono il 13 dicembre e appunto quello che ricorda la Santa.
In particolare, la Parrocchia di San Pietro e Paolo impegnata solo per la parte liturgica, per il 13 dicembre, prevede la celebrazione di due Sante Messe, la prima alle ore 10,30 in Chiesa Madre e l’altra alle ore 18,30 nella Chiesa di San Rocco nella piazza omonima.
Per quel che invece concerne la Parrocchia di Sant’Antonio, per giovedì sera è prevista l’adorazione eucaristica con le famiglie della parrocchia. Venerdì la festa con la celebrazione di sante messe alle ore 8,00, 11,00 e 19,00 con la chiesa aperta tutto il giorno. Come spiega il Parroco don Mattia, il tutto fa parte di una tradizione della nostra comunità parrocchiale che ha origini remote, dapprima con la tela del 700 e poi, dagli anni ‘90, con la statua. Don Mattia ringrazia le devote per i fiori e i tanti fedeli.
Michele Selvaggi
L’8 Dicembre di ogni anno, si volgerà una tradizione che va avanti ormai da secoli, con i festeggiamenti solenni della Immacolata Concezione, la cui bellissima statua è ospitata in una splendida chiesetta nel Rione Dirupo, già esistente intorno al 1625, con un altare barocco e un soffitto ligneo del 700 rappresentante la Vergine la cui tela, lì conservata realizzata dall’artista napoletano Andrea Vaccaro.