Sabato, 23 Novembre 2024

La nostra storia. Quei bravi ragazzi, ora alla guida di parrocchie, chiese e conventi delle nostre comunità

Lunedì, 23 Maggio 2022

Se è vero che le cose belle vanno vissute fino in fondo, la storia che negli ultimi anni ha accompagnato nascita e crescita della “primavera” della chiesa pisticcese, è qualcosa che gratifica un cammino di fede che tutti noi dovremmo augurare, possa proseguire e non fermarsi mai.

Tanti, i giovani della nostra città e territorio che hanno spontaneamente abbracciato il sacerdozio, contraddicendo il momento di crisi di vocazioni registrate un po’ ovunque, non esclusa la nostra regione.

Don Antonio Di Leo, don Leonardo Sisto, don Rosario Manco, don Antonio Lopatriello, don Mattia Albano, don Fabio Vena, don Antonio Acquafredda, preceduti da don Franco Laviola, dal francescano don Giuseppe Castronuovo, hanno intrapreso la “via del Signore” fino a diventare responsabili di parrocchie, chiese e conventi della nostra diocesi. Traguardo più che eccezionale, sottolineato soprattutto, dal gradimento che ciascuno di loro si è conquistato tra i fedeli delle sedi di destinazione.  Una specie di miracolo che ha guidato questo progetto voluto da Dio, abbracciato dai giovani e realizzato sotto l’egida del nostro Arcivescovo Antonio, G. Caiazzo, non dimenticando però, il ruolo più che essenziale, rivestito, per alcuni di loro, da don Michele Leone, vera guida spirituale per la scelta decisiva.

E’ bello così, salutare don Di Leo,  responsabile della storica parrocchia di Cristo Re e S.Maria del Casale che fu di  Don Leonardo Selvaggi e di don Mario Spinello, e salutare don Manco, nato nell’antico, suggestivo rione Terravecchia ed ora, dopo la esperienza di Metaponto, parroco di S. Pietro e Paolo della Chiesa madre, già guidata da don Rocco Rosano, don Mario Florio e dello storico arciprete don Vincenzo Di Giulio, collaborato all’epoca da don  Leonardo Delfino e da don Giovanni Mele poi Presidente della Caritas materana.

Per don Antonio Lopatriello invece, prima la nomina a parroco di Craco Peschiera ed ora quella della parrocchia della Madonna del Carmine di Tinchi, gestita per decenni dagli attivissimi padri Maristi, da poco andati via, per altre destinazioni.  A don Antonio il compito di proseguire nel loro impegno a tutti i livelli.

Don Mattia Albano invece, è il parroco di Sant’Antonio, nel rione dove è nato e cresciuto e dove ha imparato l’A,B,C del cammino di fede che lo ha accompagnato. Anche per lui, incarico di spessore, al posto di don Michele Leone (che sostituì don Paolo D’Alessandro), chiamato a guidare la parrocchia di S. Agnese a Matera e poi investito da altri importanti incarichi.

Per don Leonardo Sisto, già Segretario della Curia Vescovile di Matera, l’incarico a parroco della chiesa S. Giovanni Battista di Ferrandina, mentre a don Fabio Vena è toccato il Vicariato parrocchiale nella Chiesa Madre di Pomarico. Don Franco Laviola invece, aveva già guidato la parrocchia di Craco Peschiera, ed ora è parroco di S. Gerardo Maiella (l’altra, la S. Giovanni Bosco, già dei padri Maristi dopo don Amedeo Forte, è affidata a don Filippo Lombardi) mentre padre Giuseppe Castronuovo, da qualche anno è il Padre Guardiano nel Convento S.Maria  della Palomba di Matera.

Come è noto, l’altra parrocchia pisticcese, quella dello Scalo e quartiere residenziale, la “S. Giuseppe Lavoratore”, è guidata da don Giuseppe Di Tolve, irsinese di nascita, ma a tutti gli effetti, pisticcese di adozione con la sua precedente esperienza nella parrocchia di S. Antonio. Don Di Tolve ha sostituito il dinamico don Mimì Spinazzola, che ci ha lasciato da poco, in quella parrocchia che fu anche dello sfortunato don Giovanni Punzi, anche lui scomparso; sacerdote volitivo e tenace che ha conciliato il ministero sacerdotale con le negatività corporali della vita, senza mai lamentarsi.

Da non dimenticare un altro giovane della nostra comunità, padre Antonio Acquafredda, ora Cappellano nel Convento Francescano di Potenza Picena diocesi di Fermo.

Una bella storia, quella di quei “bravi ragazzi” di una volta, di cui il popolo pisticcese aveva bisogno e dei quali può andare fiero e orgoglioso. Parliamo di un vero esercito spirituale -  pensando  di non sbagliare - che  non trova eguali in altri centri  della nostra  provincia e diocesi. Semplicemente, “un dono del Signore”.  A cui va il grazie di tutta la comunità.

Michele Selvaggi

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