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Una festa, quella di Sant’Antonio Abate, meglio conosciuto come “Sant’ Antuono”, un mix di fede e tradizione, ma anche di gastronomia paesana, che ha origine antichissima e che si celebra la sera di martedì 17 gennaio 2023 nella piazzetta omonima.
E’ la prima festa parrocchiale dopo quelle natalizie, delle tante che si celebrano nel corso dell’anno e che viene organizzata da un volenteroso comitato di cittadini guidato dal parroco don Rosario Manco.
L’evento ha origini legate al Santo che è il protettore degli animali domestici e considerato il patrono dei fornai, boscaioli ed in genere di tutti gli artigiani che hanno a che fare con i fuochi. Una festa serale che coinvolge gran parte della popolazione pisticcese, che in massa si riversa nella piazza dove è ubicata anche la graziosa chiesetta parecchio visitata dai forestieri, da poco restaurata, dedicata al Santo.
La festa, preceduta da un triduo di preghiere prevede alle ore 18,30 la celebrazione di una santa messa nella Cappella di San Rocco, seguita da una breve e partecipata processione per le principali vie della parrocchia e si concluderà al centro dello spiazzo, a fianco della fontana monumentale, dove verrà impartita la benedizione degli animali di ogni specie, da parte di don Manco e dove, in chiusura troverà il suo allegro momento di festa con la degustazione di pettole, tagliolini e ceci, castagne arrostite e vino "brulè", oltre al dolce tipico di carnevale “Le chiacchiere”.
Il tutto in collaborazione con l’attivissimo Gruppo Ludico Parrocchiale e di Enotria Felix, Associazione ormai presente costantemente a diversi eventi della nostra città.
Con questa celebrazione in onore di Sant'Antinio Abate, praticamente inizia il carnevale - che quest'anno si dovrebbe annunciare ricco di iniziative e avvenimenti organizzati dalla pro loco del Presidente Beniamino Laurenza e da parte di altre associazioni e che si protrarrà fino all'inizio di Quaresima.
Sant’Antonio Abate, un “santo speciale” nato intorno al 240/250 a Coma sulle rive del Nilo, da famiglia cristiana e benestante. Alla morte dei genitori, si racconta che distribuì ai poveri tutti i suoi averi, prima di ritirarsi in un luogo deserto. Fondò due monasteri, ma lui preferì continuare nella sua vita di eremita. Morì il 17 gennaio intorno all’anno 350. Prima di lasciare questa vita, si fece promettere da due suoi discepoli, che non avrebbero mai svelato il luogo della sua sepoltura e ciò, per sottrarre la sua salma agli onori che sicuramente avrebbe meritato.
Michele Selvaggi