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“Era il 20 novembre del 1989 quando l’Assemblea dell’Onu adottò la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in cui, per la prima volta, i bambini vengono riconosciuti come aventi diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici (la data scelta per questa giornata coincide proprio con il giorno dell’assemblea). E la figura del Garante nasce per tutelare e promuovere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza con lo scopo di costruire un futuro in cui non vi siano discriminazioni e disuguaglianze”.
Lo sostiene il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Basilicata, Vincenzo Giuliano che aggiunge: “Ed è proprio sulle disuguaglianze derivanti dai provvedimenti messi in atto durante questo periodo che vorrei fermare l’attenzione delle istituzioni in questa celebrazione. La pandemia ha cambiato la vita di tutti, specialmente dei minorenni, rendendoli più vulnerabili e aumentando le disuguaglianze tra questi. L’emergenza sanitaria ha prodotto l’effetto di mettere in secondo piano le necessità e i bisogni dei minorenni. Scontiamo l’approccio culturale che qualifica i bambini ‘minori’ invece che ‘persone di minore età’, che li considera come una ‘appendice’ dei genitori e più in generale degli adulti. Non dobbiamo perdere l’occasione per rovesciare la prospettiva, puntando sui diritti e ponendo al centro le persone di minore età. È arrivato il momento di tenere conto di quanto questi ultimi mesi sono costati ai bambini e agli adolescenti in termini di compressione dei diritti, in particolare del diritto alle relazioni, all’istruzione, allo sport, alle attività ricreative”.
“Adesso – continua - aspettiamo di vedere se tali richieste troveranno risposte concrete per dimostrare che la prospettiva culturale della Convenzione è stata recepita nel sistema istituzionale italiano. Così scriveva al presidente Conte, alla fine del marzo scorso, l’allora Garante nazionale Albano. Purtroppo anche da noi questa prospettiva culturale stenta a decollare, e il più delle volte le nostre sollecitazioni sono rimaste inascoltate: dalla richiesta di un piano straordinario per l’infanzia e l’adolescenza per la ripartenza, all’appello di riaprire già la scuola a maggio e a quello ultimo della rete dei garanti regionali che chiedeva ogni utile sforzo per tenere aperte le scuole. E’vero che si espande sempre più la preoccupazione per la diffusione del Covid -19 nelle nostre vite e nei nostri luoghi quotidiani. Ma quest’ ansia che ci colpisce tutti, ha un potere molto più grande sui bambini/ragazzi che si stanno formando”.
“La scuola – prosegue Giuliano - è anche socialità: gli esperti hanno paventato le conseguenze negative che la sospensione dell’attività didattica e l’isolamento hanno avuto e continueranno ad avere sui minori. Dai problemi comportamentali e sintomi di regressione, non solo per gli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali, allo sviluppo della personalità, che nei più piccoli è stato significativamente compromesso dall’impossibilità di relazionarsi con i coetanei. La didattica a distanza, difatti, è stata ed è una modalità emergenziale di istruzione ma non può diventare la modalità ordinaria di assolvimento del diritto/obbligo educativo: la didattica a distanza è uno strumento compensativo ma non esaustivo del sistema formativo. Senza contare le disuguaglianze educative che genera. E’ necessario tutelare la salute fisica, ma dobbiamo altrettanto porre attenzione alla salute mentale, perchè l’impatto di questa situazione può essere particolarmente destabilizzante sul benessere psichico dei nostri bambini e non solo per chi già soffre di determinate problematiche. Da ciò l’appello a mettere in essere un Piano straordinario per la ripartenza dell’infanzia e dell’adolescenza e ogni provvedimento per evitare le disuguaglianze con il coniugare il sanitario con il sociale mettendo, da subito, in atto ogni utile iniziativa per misurare l’impatto della pandemia sui bambini/ragazzi utilizzando questi quindici giorni per rimuovere quelle criticità che hanno costretto il presidente Bardi a chiudere la scuola”.
“Utilizziamo questo periodo di chiusura – dice – per perfezionare i protocolli sanitari e adeguarli alle necessità dei minori in età scolare e delle loro famiglie, prevedendo uno screening rapido e costante della popolazione scolastica con il ricorso a metodi diagnostici meno invasivi e traumatici per i bambini; ricostituire la figura del medico scolastico necessaria per coordinare il settore sociosanitario e il settore scolastico che permetterebbe non solo di affrontare più efficacemente l’attuale emergenza, ma di intervenire su aspetti di primaria importanza quali quelli relativi al sostegno psicologico delle persone di minore età; rafforzare il trasporto scolastico prevedendo corse aggiuntive sulle tratte maggiormente critiche, evitando sovraffollamento di scuolabus e autobus; lasciare ai singoli comuni e istituzioni scolastiche la possibilità di decidere la modalità di didattica (in presenza o digitale) in base alla situazione epidemiologica presente sul territorio locale. Consentirebbe, anche, di venire incontro alle esigenze dei genitori che devono, ancora di più in questo momento in cui non possono contare sull’aiuto dei nonni e di altri familiari, conciliare le esigenze di lavoro con la cura dei figli”.
“Questo – conclude - è l’appello che sento di rivolgere al Presidente Bardi in questa ricorrenza affinché il 3 dicembre prossimo, possano riaprirsi tutte le scuole in piena sicurezza e non trovarci ancora impreparati scaricando sui minori lucani e sulle loro famiglie il peso più grande di questa pandemia e predisporre un Piano straordinario per la ripartenza dell’Infanzia e dell’Adolescenza e debellare quella povertà educativa che ci sta attanagliando”.
BRAIA E POLESE: LE NOSTRE PROPOSTE PER UN RITORNO ALLA DIDATTICA IN PRESENZA
“Al tavolo dove ci ha invitati questa mattina, insieme alle minoranze, a discutere a nome del gruppo Italia Viva abbiamo presentato al Presidente Bardi quello che riteniamo essere il pacchetto di iniziative per la scuola che vanno immediatamente messe in campo ed attuate, in questi stessi giorni, per il bene della collettività lucana a carico della Regione Basilicata e in coordinamento continuo con Sindaci, Ufficio scolastico regionale e dirigenti scolastici. Non possono trascorrere inermi, per la Regione Basilicata, queste due settimane di chiusura della scuola a seguito dell’ordinanza n. 44 del Presidente Bardi, senza che siano stati compiuti tutti gli interventi fondamentali per riaprire in sicurezza”.
Lo dichiarano il capogruppo di Italia Viva Luca Braia e il vice presidente del Consiglio Mario Polese al termine di un incontro con il Presidente Bardi sulla situazione epidemiologica.
“Queste le istanze che abbiamo rappresentato per arrivare a una riapertura delle scuole e per le quali attendiamo risposte già martedì prossimo, nel primo punto all’ordine del giorno del Consiglio regionale che verterà sull’emergenza sanitaria come abbiamo concordato questa mattina. Occorre, risolvere le criticità ancora esistenti - proseguono i consiglieri di Italia Viva - ed è proprio questo che diventa una assoluta priorità. Continuiamo a chiedere da giorni la presentazione di dati certi e verificabili del contagio per le fasce di età 3/14 anni (corrispondente alle scuole del primo ciclo) e 15/19 anni corrispondenti alle scuole superiori, possibilmente comparabili nel loro storico e nell’andamento degli ultimi mesi. Finalmente apprendiamo in riunione che questi dati ci verranno forniti, sono la base di ogni valutazione e decisione politica e di tutela della popolazione”.
“Servono – continuano - modalità univoche di sanificazione certificata e programmata per tutti i plessi utilizzati per l’attività didattica. Ancora, va assolutamente fatto adesso uno screening a tutta la popolazione scolastica (personale dirigente, docente e non docente e alunni) prima che la stessa rientri in aula per le normali attività e poi controlli sistematici e periodici. La fornitura di termoscanner professionali per ogni plesso scolastico, peraltro come già promesso dall’assessore e dalla Task Force, prima dell’inizio dell’anno scolastico, come apprendiamo dal mondo scolastico. Si facciano, in ogni comune, con il coinvolgimento della protezione civile regionale, controlli rigorosi in coincidenza dell’ingresso e dell’uscita, in coordinamento con i Sindaci, i vigili urbani, le forze dell’ordine, i dirigenti. Si organizzi una volta per tutte il trasporto pubblico scolastico con il massimo del riempimento degli autobus fissato al 50 per cento, senza deroghe e in coordinamento con gli orari delle scuole coinvolte ed interessate (trasporto cittadino ed extraurbano dai piccoli centri a quelli più grandi)”.
“La didattica in presenza – dicono Braia e Polese - rimane il caposaldo indispensabile per l’educazione, la formazione delle nostre giovani generazioni che già tanto hanno perso in questi mesi, oltre che per la gestione ottimale della organizzazione della vita quotidiana familiare. Appena questa nuova fase acuta della pandemia da covid-19 sarà superata, bisogna riprendere a far scuola nel luogo deputato ad erogarla, senza se e senza ma. Così come massima deve essere l’allerta per i vaccini antinfluenzali, come chiesto anche da medici e pediatri. Non possiamo rischiare che sintomi simili intasino un già fragile e quasi al collasso sistema sanitario, ulteriormente. Serve incrementare il numero degli operatori sanitari e medici delle Usco sul territorio perché il tracciamento non può e non deve più sfuggire di mano, si apra a convenzioni con laboratori esterni e con agenzie interinali per l’assunzione di personale, se non altro utile a fare le attività anche non mediche ma amministrative di screening. Si proceda celermente con l’attivazione dei Covid-hotel e in parallelo, innanzitutto, si aumentino sin da subito i posti letto di Matera e Potenza così come di tutti gli ospedali territoriali utilizzabili. La conclusione di questa pandemia arriverà, speriamo, con la vaccinazione per l’intera popolazione. E’verosimile, se non si arresta questo andamento in salita dei contagi in tutta la regione e nella città di Matera in particolare, che questo anno scolastico debba proseguire per anche per tutto il 2021 con l’adozione e il rispetto di protocolli rigorosi da parte di tutte le istituzioni coinvolte. Gli istituti scolastici devono essere eventualmente sempre pronti a garantire la didattica digitale integrata per coloro che sono a vari livelli coinvolti, direttamente o indirettamente nel contagio personale e/o familiare. Sono sempre le scuole, come hanno fatto sino ad oggi, che nella peggiore delle ipotesi, dovranno prevenire quella che già qualcuno anticipa come la fase 3 dei prossimi mesi di febbraio e marzo. La regione Basilicata deve mettere tutti nelle migliori condizioni di farlo e di agire in totale sicurezza”.
“Il presidente Bardi, con gli assessori Cupparo e Merra - concludono Braia e Polese - comunichi quali saranno le modalità con cui tali azioni potranno essere garantite al mondo scolastico lucano. Si dia, per una volta, certezza nei tempi e si garantisca il governo di una criticità che, per ritardi organizzativi, il mondo della scuola inutilmente paga e con esso la popolazione scolastica di Basilicata e tutte le nostre famiglie comprese”.