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La festa di Sant’Antonio Abate, la prima festività parrocchiale dell’anno, ricorrenza, ultra centenaria, tra fede, tradizione e gastronomia, si celebrerà sabato 20 gennaio 2023.
Il Parroco di San Pietro e Paolo, don Rosario Manco che si era preoccupato di informare la popolazione dei fedeli, circa l’annullamento del programma dei festeggiamenti per il giorno del Santo, attraverso una nota della Parrocchia ha reso noto la nuova data dell’evento, spostata, appunto, a sabato 20 gennaio con la nuova programmazione della solennità.
In particolare, nella Cappella di San Rocco al Corso Margherita, sarà celebrato alle ore 18 il Santo Rosario e a seguire (18,30) una santa messa in onore di Sant’Antonio Abate. Subito dopo, una breve processione attraverserà alcune strade della parrocchia ed al termine della stessa è prevista la benedizione degli animali e la benedizione del fuoco, nella piazza antistante la bellissima chiesetta dedicata al Santo.
La serata si chiuderà con un tradizionale momento di allegria con la degustazione di tagliolini, ceci e vino brulè ed una pesca di beneficenza.
La festa di Sant’Antonio Abate, ricordiamo, è organizzata da un comitato di cittadini con a capo il parroco di San Pietro e Paolo, don Rosario Manco.
Evento di antichissime origini, legata al Santo protettore degli animali domestici e considerato il patrono di fornai, boscaioli ed in genere di tutti gli artigiani che hanno a che fare con il fuoco. Festa parecchio attesa e sentita, che da sempre coinvolge gran parte della popolazione pisticcese. Con la celebrazione della festa in onore di Sant'Antuono, come abitualmente viene chiamato il santo dalle nostre parti, praticamente inizia anche qui il Carnevale, che andrà avanti fino all'inizio della Quaresima (14 febbraio).
Storia molto bella e toccante quella di Sant’Antonio Abate, un santo veramente "speciale", nato intorno al 250 nella città di Coma sulle rive del Nilo, da famiglia cristiana e benestante. Alla morte dei genitori, si racconta che distribuì ai poveri tutti i suoi averi, prima di ritirarsi in un luogo deserto. Fondò due monasteri ma lui preferì continuare nella sua vita di eremita. Morì appunto il 17 gennaio del 356. Prima di lasciare questo mondo, si fece promettere da due suoi fidati discepoli che alla fine gli erano rimasti vicini, che non avrebbero mai svelato il luogo della sua sepoltura, e ciò, per sottrarre la sua salma agli onori, che sicuramente avrebbe meritato.
L’occasione della festività, anche per ammirare la nuova installazione della croce in metallo speciale, sulla facciata di ingresso del tempio, a cura e spese della famiglia di un cittadino pisticcese della parrocchia, che si era subito attivato raccogliendo l’appello per la istallazione del simbolo cristiano, che sul tempio mancava di diverso tempo.
Michele Selvaggi