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Durante il consiglio regionale di martedì 19 novembre il presidente della regione Basilicata, Vito Bardi, legge una relazione, che è stata preparata con dovizia di particolari, probabilmente redatta da chi pur a conoscenza della realtà di AQL o forse anche artefice della sua inettitudine niente ha fatto per cambiarne usi e costumi.
Siamo arrivati in Basilicata, terra ricca di sorgenti ed invasi, all'emergenza idrica. I problemi, mai anticipati, si affrontano soltanto, con pressappochismo, quando non si possono più rimandare.
In estate il consorzio di Bonifica, prima di analizzare le acque del Basento ordina la realizzazione di impianti in territorio di Pisticci per emungere acqua dal suo alveo, che non saranno mai utilizzati per la presenza di cromo proveniente dalla zona industriale basentana, Escherichia coli ed altri coliformi provenienti dagli scarichi fognari urbani non depurati. Si arriva all'inverosimile quando il consorzio di bonifica procede al prelievo di acqua di fogna a valle del depuratore, non perfettamente funzionante, di Marconia immettendola in rete con il suo ricco carico di Escherichia coli indirizzandola alla vasca di Serra Marina e distribuendola agli ignari agricoltori.
Appurata la carica di bacilli coliformi, determinata dal mal funzionamento degli impianti di depurazione o peggio ancora dalla loro totale assenza in molti comuni fra cui Pisticci, cosa si è fatto per eliminarla pur in presenza di finanziamenti certi? Perché le zone SIN, Tito e Val Basento continuano ad essere tali pur registrando la presenza di finanziamenti per la bonifica? Come si fa ad autorizzare la realizzazione di un impianto che possa emungere acqua dal Basento per convogliarla nella diga Camastra, in prossimità di Albano, dove arrivano oltre ai reflui cittadini anche quelli del SIN di Tito e della zona industriale di Potenza, e non prima di Tito stessa? Come si fa a commettere l'errore di considerare il fiume, con l'acqua in movimento e mai la stessa nell'arco non della giornata, ma di poche ore, alla stregua di un lago? Se gli esami eseguiti da Arpab hanno evidenziato la presenza oltre soglia di tensioattivi e fosfati in data ad esempio 6 novembre chi garantisce che in data odierna la situazione non sia peggiorata?
L'emergenza idrica è da attribuire certamente ai cambiamenti climatici, ma anche all'incuria generata dalla mala politica e dalla pochezza di una classe dirigente ad essa asservita.
E' quanto dichiara con una nota Vito Di Trani, già sindaco di Pisticci
La qualità delle acque del Basento non si discosta da quelle di qualsiasi altro invaso o sorgente prima dell’iter di potabilizzazione.
Con una nota il consigliere comunale Vito Di Trani interviene sulla questione acqua del Basento da utilizzare per “risolvere” i problemi idrici nel Potentino. Di seguito la nota:
“Regione Basilicata allo sbando: in estate emette ordinanza per far utilizzare l'acqua dell'arteria fluviale arricchita di cromo ed escherichia coli per irrigare i campi, adesso per alimentare la diga Camastra e distribuirla come acqua potabile, arricchita di nichel, nel potentino.
Dilettanti senza scrupoli allo sbaraglio. Ma Arpab cosa sta facendo? E tutti gli altri enti preposti alla salvaguardia della salute umana? Chi consiglia i politicanti? Chi paga per le potenziali patologie che potrebbero essere arrecate alle persone? Si è perso il senso della misura. La magistratura e le forze dell'ordine perché non intervengono?
Vogliamo che la nostra salute venga salvaguardata e che i gli improvvisatori, politicanti o tecnici, vengano allontanati”.
Adesso fa notizia l'inchiesta per disastro ambientale in Basilicata. "Secondo l'accusa un ex centro di gestione di scorie nucleari a Rotondella avrebbe riversato acque con sostanze cancerogene, non radioattive nel mar Jonio ed in un fiume vicino".
La direzione distrettuale antimafia di Potenza sta indagando su sedici persone fra cui funzionari dell'Arpab. Fra i vari capi di accusa l'impianto dell'Itrec avrebbe riversato nella falda acquifera, nel fiume Sinni e nel mar Jonio acque non trattate contaminate anche da sostanze cancerogene come il cromo esavalente. Cromo viene rinvenuto dal laboratorio D'Arienzo nelle acque del Basento durante l'estate del 2024. strano che il laboratorio non ci dica se trattasi di cromo esavalente ed ancora più strano che né Amministrazione comunale per mezzo dell'assessorato all'ambiente, né Arpab abbiamo sentito l'esigenza di fare luce su questa importante questione di vitale importanza.Arpab non ha avvertito l'esigenza di analizzare le acque del Basento, perché era intenta a rilasciare dichiarazioni che sottolineavano lo stato di ottima salute degli scarichi di Tecnoparco che nel contempo, in piena siccità, avevano riversato nel Basento oltre duecentomila metri cubi di acqua gentilmente concessi dal consorzio di bonifica di Basilicata a fronte dei 20/25000 spettanti per contratto per far fronte e alle esigenze di Tecnoparco ed a quelle delle industrie servite dallo stesso. È reato riversare nel Sinni le sostanze di cui sopra non è la stessa cosa se sversiamo nel Basento, acque radioattive con radioattività 9 volte superiore a quella della acqua potabile tali catalogate da ARAPB provenienti da Viggiano, o cromo esavalente, proveniente da non so dove, o acque reflue sversate nel fiume da comuni privi di depuratori o con depuratori mal funzionanti. E che dire delle porcherie consumate dal consorzio di Bonifica che si permette di convogliare verso la vasca di Serra Marina i reflui di Marconia stracolmi di Escherichia coli, intercettati in località San Teodoro e convogliati nella condotta che viene dal Sinni e distribuiti agli ignari agricoltori del Metapontino per irrigare i campi? Che dire del consorzio che impunemente realizza opere sul Basento in località torre Accio per emungere acqua contaminata e distribuirla agli agricoltori pur sapendo che non può utilizzarla a fini irrigui, vista anche la vecchia ma sempre attuale e mai revocata ordinanza emanata dal Sindaco di Pisticci nel 2011? Speriamo che la giustizia, anche se con eccessivo ritardo rivolga la sua attenzione al Basento come al Sinni. È a repentaglio la salute delle persone e vogliamo comprendere quanto incidano tutte queste situazioni sulla marcata endemia tumorale che purtroppo registriamo dalle nostre parti.
Non siamo giustizialisti, ma certamente a favore di quella giustizia, che dopo approfondite indagini, possa identificare i colpevoli per affidarli alle patrie galere.
Così con una nota il consigliere comunale, già sindaco di Pisticci, Vito Di Trani